La lotta degli “avvoltoi” sui resti del Pd leccese

LECCE – Il Pd leccese è un partito smembrato e indebolito. Anche nella vittoria leccese il suo apporto è molto relativo: 9 per cento. Molto al di sotto delle aspettative, come ha chiarito Emiliano. Tutta la vecchia guardia, soprattutto dalemiana, è andata via, seguita da diversi giovani dirigenti. Secondo l’ex segretario provinciale, che si è portato via altri cento uomini, il partito è ormai una carogna su cui si sono gettati già gli avvoltoi a banchettare. I detrattori della segreteria guidata dalla ditta Abaterusso-Piconese in effetti non sembrano turbati dagli addii: in un vecchio articolo pubblicato su questo giornale parlammo di arsenico e vecchi merletti tra dem. Quelli della prima ora che resistono ancora sono Rotundo, Bellanova, Capone e qualcun altro: tutti avversari del segretario dimissionario.

Resiste Sergio Blasi, che aveva promesso agli esordi del renzismo di andare via se Renzi fosse diventato segretario: poi misteriosamente, per dinamiche prettamente locali, si è ritrovato a supportarlo durante il referendum. Misteri. Ma ora il tema è un altro: quale segretario potrà far rinascere la speranza nel Pd leccese, nonostante le emorragie e la débacle nazionale? 

“Per il dopo Piconese Minerva non può fare il segretario provinciale da statuto perché sindaco di un comune sopra i diecimila abitanti e, se Foresio dovesse diventare assessore, avrebbe la stessa incompatibilità” – spiega un dirigente renziano –  Infatti Piconese ha potuto farlo perché Uggiano ha seimila abitanti”. Sta nascendo dal “basso”, cioè dai circoli di tutta la provincia, una fortissima proposta che è Ada Fiore. “È il miglior candidato possibile, affermano i suoi sostenitori, 10 anni sindaco, autorevole, competente, presidente dell’Ambito di Maglie e componente della direzione regionale del PD”. C’è un piccolo particolare, però: Ada Fiore potrebbe non piacere a Michele Emiliano. L’ex sindaca di Corigliano è troppo renziana e troppo critica nei confronti del Red: potrebbe essere una spina nel fianco del governatore.

Garcin