di Gaetano Gorgoni
LECCE – Il giorno dopo sono veleni, polemiche e avvertimenti per il centrodestra. C’è Paolo Perrone sul banco degli imputati: la sua squadra è stata travolta da uno scontro fratricida che ha portato a un’inevitabile sconfitta. Di lui raccontano la rabbia, gli occhi bagnati da qualche lacrima e le corse nei corridoi del Deledda, su e giù, incredulo con Roberto Marti. Il suo ex pupillo, Alessandro Delli Noci, quello che ha lasciato andare via senza battere ciglio, lo ha affondato: è stato l’ago della bilancia della sconfitta. Per scardinare la candidatura a sindaco di Gaetano Messuti, il suo vice, il primo cittadino leccese ha utilizzato come cavallo di Troia alcuni forzisti. Tanti gli scontenti, come Damiano D’Autilia, a cui era stato promesso un assessorato, che gli è stato consegnato solo dopo le dimissioni di Delli Noci (ecco perché lui ha scelto di sostenere l’Udc).
Il sindaco uscente voleva il suo candidato, Saverio Congedo, per garantirsi l’influenza su Lecce, poi il compromesso su Giliberti, mai accettato veramente da tutti: quindi, il colpo basso di alcuni “furbacchioni” (così li ha chiamati il giornalista Rai), che lo hanno mandato sotto alle liste di circa 5 punti utilizzando il voto disgiunto. Un disastro annunciato. Doppiogiochisti e veleni hanno dominato. «Sono due gli aspetti su cui dovremmo riflettere oggi, dopo il risultato del ballottaggio – chiosa Federica De Benedetto, eletta in Forza Italia – Ha vinto il voto “contro”. Un sistema, una vecchia classe politica che ha governato 20 anni e che in questa campagna elettorale ha dato il peggio di sé pugnalandosi e tradendosi alle spalle. Ieri, tanti uomini e donne di centrodestra hanno disegnato una croce su uno schieramento che non è il loro per lanciare un messaggio di insoddisfazione che non si può lasciare inascoltato. Non ha perso Mauro, ma tutti coloro che lo hanno pedinato sino all’ultimo, senza capire che erano la causa primaria delle sue difficoltà».
Adesso è l’ora della resa dei conti in Direzione Italia: i fittiani non sono più una squadra unita, anche se a Lecce quello della loro lista è il risultato migliore. Vincenti ma sconfitti: è l’ossimoro di queste elezioni leccesi. Ora Gaetano Messuti, il più votato insieme al sindaco uscente e a Pasqualini, chiede alla sua squadra di non scoraggiarsi e di riprendere la corsa. «Un buongiorno a tutta la mia straordinaria squadra, fatta di tanti amici – esordisce in un messaggio di questa mattina il vicesindaco uscente – Mi sono preso un po’ di tempo. Sono rimasto un po’ più a letto rispetto alle mie abitudini. Mi bruciava la sconfitta, ma ora ho più energia di quella che ho avuto in questi mesi. Io ritengo che questo gruppo, che mi ha portato a grandi risultati perché crede in un progetto politico, non debba sciogliersi: chi lascia resterà comunque sempre mio amico. Chi resta combatterà insieme a me, uniti fuori dai veleni, dalle bassezze di una politica piccola e dalle maldicenze: a questo punto non possiamo fermarci. Dobbiamo continuare a credere in un progetto politico che non si può arenare solo per un incidente di percorso».
Poi, l’annuncio che suona come un avvertimento a Perrone: «Io non mi candiderò più alla carica di consigliere comunale: di questo ne sono sicuro. Non perderemo il patrimonio di amicizia e consenso che la squadra ha costruito in questi mesi, attorno a un progetto chiaro di città. È bastato un semplice post, di tre parole, per capire cosa abbiamo prodotto in questa città (alcuni cittadini hanno solidarizzato su facebook con Messuti ndr). Ora il nostro compito è di restare uniti e fare politica con la ‘P’ maiuscola. Dobbiamo allontanare chi ha fatto malapolitica, chi ha distrutto il centrodestra, consentendo a una sinistra scalcinata di vincere. Uniti torneremo a fare politica per i leccesi, allontanando chi la fa col solo scopo di curare il suo orticello. Invito tutti a pensare come me, con ottimismo, a eliminare il bruciore di una sconfitta che abbiamo sulla pelle, perché dalle sconfitte possono nascere delle grandi vittorie. Facciamo tesoro della beffa subita da un centrodestra che è maggioritario a Lecce, per ripartire più uniti e forti verso nuovi traguardi». Nelle parole del vice di Perrone c’è tutta la rabbia di operazioni politiche non condivise e un’analisi che stronca le scelte prese: l’avvertimento è chiaro. Non sarà più niente come prima.