LECCE – «Dopo una vita all’opposizione, dopo una carriera politica di “no”, senza responsabilità di governo, senza programmi e progetti, abbiamo notato come la campagna elettorale ti abbia “costretto” a un impegno per cui evidentemente non sei portato, cioè fare proposte» – Paolo Perrone, dopo l’attacco a Delli Noci, bacchetta Carlo Salvemini, sempre tramite facebook. Secondo il sindaco uscente, le proposte del candidato sindaco di centrosinistra sono piene di retorica: «Tanto è vero che una cosa come “smontiamo il filobus” è incredibilmente banale, direi naif. Certo, vorremmo tutti smontare il filobus, ma è noto che il ministero lo permetterà solo tra qualche anno. Giacchè, potevi dire pure che da sindaco garantirai la pace nel mondo o eliminerai il problema dei bambini che muoiono di fame in Africa. È evidente da tutto questo che non avresti le idee molto chiare come eventuale responsabile dell’amministrazione comunale. Eppure hai, anzi avevi, una cosa che io (da avversario) e tanti altri ti abbiamo sempre riconosciuto: la coerenza politica. Quella qualità che ti ha indotto sempre a rifiutare le imposizioni e i cattivi compromessi, che ti ha consentito di essere diverso dagli altri del centrosinistra leccese e che in questo momento storico ti aveva reso un candidato dignitoso».
«Oggi, però, questa coerenza non c’è più – secondo Paolo Perrone – L’hai sacrificata con una indimenticabile piroetta di opportunismo, cioè l’intesa con uno da te puntualmente contestato per 5 anni (e anche all’inizio di questa campagna elettorale). So per certo che non lo volevi questo brutale accordo di potere. Ma sei dovuto scendere a patti con loro, con Alessandro Delli Noci, che è abituato ai tradimenti in serie e che ha a cuore solo le sue sorti personali, e con Michele Emiliano, che sta mandando a rotoli la Puglia, che usa il Pd per le sue scalate al potere, che tramite te vuole mettere le mani sulla nostra città. Raggiungendo il ballottagio qualche giorno fa pensavi di aver assaporato il gusto sconosciuto della vittoria e per questo avresti voluto tenere la barra dritta e continuare sulla tua strada. Invece hai dovuto ingoiare tutto questo e persino la prospettiva di fare il sindaco “commissariato”. Insomma, caro Carlo, ti sei infilato in un imbroglio che azzera il valore della tua storia politica e che – a questo punto lo hai capito anche tu – ti farà perdere, perché i leccesi non amano chi si vende e fa contratti sulla loro pelle. I leccesi nu su fessa».
Carlo Salvemini, per ora, ignora il sindaco uscente e chiama tutti al voto: «Ci sono diversi modi di motivarsi al voto: con il cuore, facendosi guidare da ciò che emoziona; con la testa, facendo un confronto fra credibilità/autorevolezza/coerenza della proposte; con il portafoglio, facendosi i conti in tasca per capire se e come scelte politiche hanno migliorato o peggiorato il benessere personale. Cuore e testa hanno occupato la scena in questi lungi mesi della campagna elettorale. E’ utile qualche informazione per dare spazio anche al portafoglio. Lecce rientra tra i comuni con popolazione tra i 60.000 e i 100.000 abitanti. Mettendo a confronto i suoi dati di bilancio nel periodo 2012-2016 – all’interno di questa fascia di comuni – viene fuori che:
1. Lecce è terza per tassazione procapite – cioè quanto versiamo al comune – con 747 euro di importo;
2. Lecce è settima per indebitamento pro capite – cioè quanta parte del debito comunale è sulla nostra testa – con 1.346 euro di importo;
3. Lecce è decima per tassa rifiuti pro capite – cioè quanto ci costa il servizio di pulizia – con 239 euro di importo.
Una pressione sulle tasche di noi leccesi che non ci viene restituita in qualità dei servizi locali:
pulizia e decoro, manutenzione strade e marciapiedi e verde, trasporto pubblico, servizi sociali per esempio. Le scelte politiche hanno conseguenze visibili sulla qualità della vita di ogni giorno; e incidono sui nostri bilanci familiari. Con il voto esprimiamo un gradimento anche sulle politiche di bilancio, quelle cioè che ci riguardano come contribuenti. Lecce ballottiamo: col cuore, col cervello, col portafoglio».