SAN CASSIANO (Lecce) – Cinque anni e quattro mesi ciascuno per la violenta rapina ai danni di un ufficio postale di San Cassiano sfociata con il grave ferimento di un cittadino. E’ questa la condanna inflitta in abbreviato ai due giovani rapinatori: Giorgio Tarantino e Sabino Vitale, rispettivamente di 25 e 23 anni, entrambi residenti a Matino. La sentenza è stata emessa dal gup Cinzia Vergine che ha quasi dimezzato le richieste di condanna invocate dal pubblico ministero di udienza Donatina Buffelli. Gli imputati, ai quali sono state riconosciute le attenuanti generiche, sono stati condannati con le accuse di tentato omicidio, rapina (reati entrambi aggravati) e detenzione e porto d’armi. Rosario Guercio, il cittadino ferito dopo la rapina, si era costituito parte civile con gli avvocati Fabio Ruberto e Mariangela Vanessa Pepe. Il 50enne verrà risarcito in separata sede così come disposto dal giudice.
L’assalto risale al 31 ottobre scorso. Le modalità furono particolarmente cruente. I due giovani, armati di pistola e di coltello, fecero irruzione arraffando circa 4300 euro in contanti. A seguire, la fuga e l’inseguimento di alcuni passanti. All’uscita, Tarantino venne bloccato a terra da tre coraggiosi passanti. Vitale diede manforte al complice.
Si avventò contro Rosario Guercio sferrando una coltellata all’addome del 50enne. Riguadagnata la momentanea libertà, le strade dei due banditi si divisero: Tarantino intraprese una disperata fuga a piedi per le vie circostanti. Di strada, però, ne fece ben poca. Venne arrestato poco dopo dai carabinieri mentre il complice si allontanò a bordo di una Fiat Punto con cui aveva raggiunto San Cassiano in compagnia del complice per mettere a segno la rapina. Vitale girovagò per qualche minuto per le strade di San Cassiano nel tentativo di recuperare Tarantino per poi allontanarsi verso Matino. Si disfò del coltello trovato intriso di sangue poco dopo dai militari.
Le ricerche a spron battuto consentirono in pochi giorni di identificare il complice della rapina, nonché l’autore materiale dell’accoltellamento di Guercio. Determinanti si rivelarono le dichiarazioni dei testimoni, gli intrecci dei tabulati del traffico telefonico delle utenze utilizzate dai due giovani, nonché le celle telefoniche agganciate in tutto l’arco temporale a cavallo della rapina; inoltre una telecamera a circuito chiuso di un distributore alle porte di San Cassiano riprese i due banditi poco prima della rapina mentre effettuavano rifornimento. Indossavano gli stessi indumenti utilizzati per compiere la rapina dettagliatamente descritti dai testimoni.
Le responsabilità dei due banditi emersero anche grazie alle microspie piazzate in carcere. I colloqui di Tarantino con alcuni familiari svelarono movente (faccende di droga) e responsabilità sul ferimento del solerte cittadino. In uno stralcio di conversazione Tarantino riferiva rivolgendosi a Vitale: “Se si costitisce ben venga…se non si costituisce lo prendono e quando lo prendono deve ammettere il fattaccio”. Nel corso delle indagini, i due giovani confessarono le proprie responsabilità in carcere in un lungo interrogatorio davanti al sostituto procuratore Carmen Ruggiero. Attualmente tutti e due i giovani sono ancora detenuti. Nelle prossime ore l’avvocato Massimo Muci, legale di Tarantino, depositerà istanza di scarcerazione. Il collega Stefano Palma, difensore di Vitale, ha già presentato ricorso per Cassazione contro il rigetto del Tribunale del riesame che aveva rigettato la revoca o l’annullamento della misura.
F.Oli.