di Francesco Oliva
LECCE – La Procura di Lecce accende un faro sulla gestione dell’ospitalità degli immigrati nel Salento. Il business sarebbe gestito da una presunta triangolazione con il coinvolgimento di soggetti e anime differenti: immigrati, strutture ricettive e persino associazioni benefiche. Gli inquirenti hanno aperto un fascicolo d’indagine. Le ipotesi di reato sono quelle di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e della permanenza di una persona nel territorio italiano. Per ora non ci sono indagati.
Gli approfondimenti si sono soffermati sull’intero iter richiesto per ottenere il permesso di soggiorno e sulle successive istruttorie avviate. Alla base vi sarebbero della false dichiarazioni di ospitalità. Già da tempo è stato sentito come persona informata dei fatti il titolare di una struttura ricettiva finita nel mirino degli inquirenti. Gli accertamenti si stanno concentrando su alcune associazioni benefiche che (stando ad un’ipotesi d’indagine ancora tutta da verificare) si sarebbero adoperate per consentire agli immigrati (tra cui diversi rifugiati) privi di documenti di proseguire nel proprio soggiorno.
Tali strutture si sarebbero adoperate nel disbrigo delle pratiche per ottenere il permesso di soggiorno offrendo ospitalità. Proprio su questo passaggio si concentrano gli accertamenti. Alcuni rifugiati si sarebbero rivolti a determinati soggetti dopo essersi allontanati dai centri di accoglienza per trovare ospitalità grazie alla (presunta) collaborazione di associazioni benefiche? E, seguendo tale ipotesi, si sarebbe trattato di un impegno fine a se stesso o finalizzato a ottenere dazioni di denaro? Due le piste: ospitalità a scopo benefico o un flusso di denaro sospetto. Per ora si tratta solo di punti interrogativi di un’indagine ancora tutta da esplorare.
Gli accertamenti sono scattati con la denuncia di alcuni immigrati. Gli approfondimenti si sono così estesi rapidamente con un’indagine ad ampio raggio che ha coinvolto (come persone informate dei fatti) anche i titolari di strutture ricettive presenti sul territorio in cui avrebbero trovato ospitalità alcuni rifugiati. Un caso spia valorizzerebbe dubbi e sospetti: in un solo immobile sarebbero state messe nero su bianco una decina di dichiarazioni di ospitalità. Da qui si parte per risalire al presunto giro d’affari su chi lucrerebbe sulla vita di gente disperata.