LECCE – Presunti abusi sessuali sulla figlioletta di appena otto anni. Con questa pesante accusa un venditore ambulante leccese di 45 anni è stato rinviato a giudizio dal gup Stefano Sernia. Il processo si aprirà davanti ai giudici della prima sezione penale a partire dall’11 ottobre così come richiesto dal pm di udienza Massimiliano Carducci (le indagini sono state condotte dal pm Roberta Licci). Le presunte molestie sarebbero andate avanti fino al dicembre del 2013. All’epoca dei fatti i genitori erano separati. E la piccola (affidata alla madre insieme con il fratello) avrebbe subito le attenzioni del papà quando raggiungeva l’abitazione del genitore per trascorrere qualche ora in compagnia.
Gli abusi sarebbero andati avanti per mesi e facendo leva sul silenzio della vittima. L’uomo – ed è quello che dovrà accertare il processo – “avrebbe costretto la minore a subire in più occasioni palpeggiamenti nelle parti intime imponendosi con la forza”. E quando la ragazzina cercava di opporsi sarebbe stata persino minacciata e schiaffeggiata. Gli abusi sono emersi quasi per caso. La bambina ha confidato le molestie ad un’amica di famiglia. E’ stata subito informata la madre della piccola che ha consentito di avviare le indagini con una circostanziata querela depositata presso i carabinieri di Copertino.
Il pubblico ministero, così come accade in procedimenti così delicati, ha disposto l’ascolto protetto della ragazzina. Dinanzi all’allora gip Annalisa De Benedictis, la ragazzina ha confermato le attenzioni che il padre le riservava con una ricostruzione ritenuta attendibile. Dal racconto della minore sarebbe emerso anche un retroscena inquietante. In una circostanza il fratello di undici anni avrebbe assistito ai palpeggiamenti. Gli esiti dell’ascolto protetto hanno fornito un’accelerata alle indagini. Nel frattempo i genitori non vivono più insieme. L’ambulante non può più vedere la figlia. Nell’ambito della procedura di separazione, infatti, il Tribunale civile ha disposto il divieto di incontro con la ragazzina. L’imputato è difeso dall’avvocato Massimiliano Petrachi che aveva chiesto il non luogo a procedere. La madre della ragazzina, invece, si è costituita parte civile con l’avvocato Maria Rosaria Imbriani.
F.Oli.