LECCE – È una questione di delicati equilibri, che i fittiani non possono permettersi di mettere in pericolo. Ma fra un tentennamento e l’altro sono passati troppi mesi dall’elezione dei nuovi consiglieri provinciali e ancora nessuna delega è stata ufficializzata. A Palazzo dei Celestini c’è nervosismo. «Attualmente il presidente della Provincia di Lecce è un uomo solo al comando, si va avanti così dal 15 gennaio del 2017», spiega un consigliere di maggioranza. Eppure, c’è chi esercita le funzioni come se avesse già la deleghe: per esempio, Renato Stabile si occupa dei Trasporti. C’è anche Paola Mita, che sottobanco fa la vicepresidente e dovrebbe anche ricevere la delega al Welfare, vista la sua lunga storia nel mondo sindacale. Ogni volta sembra vicino il momento dell’ufficializzazione delle deleghe e poi slitta. I fittiani danno la colpa ai forzisti che si contendevano la vicepresidenza, ma poi è arrivata la lettera del coordinatore di Forza Italia, Luigi Vitali, che ha indicato Paola Mita. Quindi, l’attesa non è più giustificata.
Tutto sembrava risolto, con la decisione nero su bianco dei berlusconiani, ma ancora niente. Silenzio totale. Dalla maggioranza fanno sapere che le deleghe potrebbero giungere in settimana. Ci sarà Simona Manca alla Cultura; Tundo (Forza Italia), che si contendeva con Paola Mita (la più suffragata) la vicepresidenza, dovrà accontentarsi dell’Edilizia scolastica; Antonio Tondo di Nardò (che milita nella lista di Pippi Mellone, Andare Oltre) avrà una non precisata delega; Cataldi, forzista anche lui, ex sindaco di Matino, dopo la débacle politica nel suo paese potrebbe essere consolato con una delega importante. Poi, in attesa ci sono Carlo Nesca, sindaco di Gagliano, Guido Stefanelli, sindaco di Scorrano, Massimo Martella sindaco di Nociglia e Massimiliano Romano, in quota Udc. Dietro tutto questo potrebbero esserci troppe richieste o troppe promesse. La Provincia torna a fare gola, perché potrebbe rinascere più forte di prima, non essendo passato il referendum costituzionale che ne contemplava l’abolizione. Tutti in trepidante attesa, mentre Gabellone rassicura e chiede pazienza: intanto, è già stato raggiunto il record di ritardo nell’affidare le deleghe.
Garcin