PUGLIA – “Il problema degli incendi in Puglia va gestito in maniera strutturale, abbandonando l’ottica emergenziale e puntando sulla creazione di un sistema efficace di governance e prevenzione, controllo e sensibilizzazione che possa risolvere il problema alla radice”. A sottolinearlo è Cristian Casili, consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle e Vicepresidente della Commissione Regionale Ambiente ricordando che solo nel 2015, ultimo anno di riferimento per i dati del Corpo Forestale dello Stato, la Puglia ha perso 3109 ettari di terreno distrutti dagli incendi. La Puglia, dopo Campania, Calabria e Sicilia è la regione maggiormente interessata da questo fenomeno.
“Il grande incendio divampato l’altro ieri mattina tra Santa Maria al Bagno e Lido Conchiglie, interessando una zona SIC, è solo l’ultimo di una serie già preoccupante. Puntualmente, anche in questo inizio di stagione estiva, il fenomeno si è ripetuto in maniera drammatica – prosegue il consigliere – nonostante l’anno scorso la Regione abbia approvato una legge regionale in materia di contrasto agli incendi boschivi.
La Giunta Regionale si impegni a destinare maggiori risorse finanziarie per i mezzi e il personale dei Vigili del Fuoco perché il quadro degli enti che dovrebbero occuparsi della prevenzione degli incendi è sconcertante: da un lato il Corpo Forestale dello Stato che un tempo offriva personale e mezzi oggi transitato nei Carabinieri è stato mortificato e svilito dalla politica nazionale, dall’altro lato a causa dell’immobilismo regionale gli agenti provinciali del nucleo di vigilanza ambientale continuano ad essere inutilizzati e i Consorzi di Bonifica e l’Arif non hanno la forza di rispondere ai fabbisogni di tutela e cura del territorio. Infine le amministrazioni locali sono spesso poco attente al corretto svolgimento dei servizi di pulizia e sfalcio delle erbe in appalto alle imprese che si occupano della gestione dei rifiuti.”
Il consigliere pentastellato evidenzia come nello specifico manchi la manutenzione e cura dei cigli stradali la cui mancata trinciatura e pulizia dell’erba secca è causa di innesco e propagazione di incendi soprattutto in giornate particolarmente ventose, come ancora troppo presenti sono i roghi appiccati nelle campagne oggi incolte e abbandonate soprattutto nel Salento “molto si potrebbe fare – spiega Casili – nelle aree maggiormente a rischio con la lavorazione del terreno e la realizzazione di fasce protettive o “precese” dei terreni agricoli confinati ad aree boscate o arbustive. Su questi aspetti i sindaci devono stringere maggiormente i controlli.”
Il consigliere salentino ricorda come la Puglia abbia un triste primato essendo dopo la Campania, la regione maggiormente interessata dagli incendi boschivi in aree protette. Nel 2015 sono stati 115 i roghi divampati in queste aree, distruggendo 1227 ettari di terreno di grande pregio paesaggistico e naturalistico.
“Spesso questo tipo di incendi – conclude Casili – sono legati ad interessi criminali e speculativi. È fondamentale quindi fornire di maggiori risorse e personale il Nucleo Investigativo Antincendi Boschivi della Guardia Forestale”.