La Battaglia in contrada “San Giuliano”

Anno 1515, sul trono di Francia sale Francesco I di Valois-Angouleme, succedendo al suocero nonché cugino Luigi XII di Valois-Orléans, di cui ha sposato la figlia Claudia. Durante i primi anni del suo regno, Francesco riafferma l’influenza francese sull’Italia settentrionale e stringe accordi col pontefice Leone X. Quattro anni più tardi, nel 1519, viene eletto Imperatore del Sacro Romano Impero il Re di Spagna Carlo V d’Asburgo. Inevitabilmente fra i due sovrani sorgono contrasti che ben presto divampano in aperto conflitto. La Francia viene a trovarsi infatti in una morsa micidiale, poiché Carlo V possiede la Spagna, i Paesi Bassi, il Sacro Romano Impero, l’Austria ed il Regno di Napoli. Tra l’altro Carlo V rivendica la Borgogna, la cui presa comporta una sottrazione territoriale alla Francia. Inoltre il suo concetto di “Impero Universale” si scontra apertamente con gli interessi francesi, miranti ad un’espansione verso i Paesi Bassi ed il settentrione d’Italia, e che ovviamente si oppone alla perdita della Borgogna. Inoltre Francesco I contesta a Carlo V l’incompatibilità a detenere contemporaneamente i troni di Spagna e di Napoli, l’ultimo dei quali viene rivendicato dal francese come eredità angioina.

Entrambi gli eserciti dispongono di forze mercenarie, Svizzeri per i Francesi e Lanzichenecchi per l’imperatore. Dopo alcuni iniziali successi francesi, la sorte sembra arridere a Carlo V, che il 24 febbraio 1525 riesce a sconfiggere il rivale ed a farlo prigioniero.

Riacquistata la libertà, Francesco I organizza una flotta che devasta Mola di Gaeta, Sorrento, Castellammare di Stabia ed altre città della costa campana, spingendosi sino alle porte di Napoli che però non cade. Successivamente, nel 1528, invia un’armata di 30 mila fanti e 5 mila cavalieri, agli ordini del generale Lautrech, con l’obiettivo di occupare militarmente l’intero Regno di Napoli. In breve tempo, con l’appoggio delle flotte delle repubbliche di Genova e di Venezia, l’intero regno cade nelle sue mani, con l’eccezione di poche città. Per quanto riguarda la Terra d’Otranto, però, solo Parabita ed Ugento si schierano apertamente con Francesco I. Il presidio militare francese stanziato a Lecce è comandato da Gabriele Romano, mentre Scipione Romano viene inviato ad occupare l’area meridionale della provincia.

Gallipoli è una delle città che più di tutte conserva la sua fedeltà nei confronti di Carlo V, opponendosi ai Francesi ed appoggiandosi alle forze imperiali, agli ordini del marchese Don Alfonso Castriota, al quale chiedono soccorso con una lettera del 19 maggio 1528. Il Castriota, muovendo le sue armate da Leverano per prestare soccorso ai Gallipolini, si trova accidentalmente di fronte le armate francesi, provenienti da Avetrana, in contrada detta “San Giuliano”. Inevitabilmente divampa lo scontro e le forze transalpine riescono in breve tempo ad infrangere lo schieramento nemico, costringendolo ad una rotta disordinata. Lo stesso Alfonso Castriota è costretto a fuggire con soli quattro cavalieri in direzione di Gallipoli, dove preventivamente aveva fatto rifugiare la sua famiglia, confidando nell’appoggio e nella fedeltà a Carlo V dei suoi abitanti. Si conclude così la prima fase del conflitto fra Francesco I e Carlo V in terra salentina, con una vittoria francese.

 

Cosimo Enrico Marseglia