TORINO/ LECCE – Si sarebbero resi protagonisti di una serie di attentati eversivi in tutta Italia, tra cui l’invio di un pacco bomba indirizzato all’allora Questore di Lecce Giorgio Manari. E adesso, a distanza di oltre dieci anni dai fatti, affronteranno il processo con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo.
Si tratta di diciassette componenti della Fai, Federazione anarchica informale, accusati di circa una cinquantina di episodi verificatisi tra il 2005 ed il 2012, per i quali il gip del Tribunale di Torino Luca Del Colle ha disposto il rinvio a giudizio.
I fatti di cui sono accusati i sovversivi hanno avuto come destinatari obiettivi istituzionali – quali caserme dei carabinieri, della polizia e dei vigili urbani – nonché politici, giornalisti, aziende ed universitari.
Tra le azioni contestate al gruppo, come detto, figura anche l’invio di un pacco bomba all’ex numero uno della polizia leccese, a capo della Questura del capoluogo salentino dal 2004 al 2007. Il plico esplosivo fu spedito da Milano il 22 maggio di dodici anni fa. Recapitato alla Questura di Lecce il 26 maggio successivo, insospettì subito gli agenti, poiché il timbro dell’ufficio postale da cui fu inviato risultava non leggibile.
Con tutte le cautele del caso, dopo avere fatto intervenire l’artificiere, gli agenti di polizia scoprirono che all’interno di quella busta gialla diretta a Manari vi era un libro con annessa “sorpresa”, nascosta all’interno di una intercapedine ricavata appositamente: 50 grammi di polvere d’alluminio, altamente deflagrante.
Sedici imputati affronteranno il rito ordinario davanti alla Corte d’Assise, mentre soltanto uno ha chiesto ed ottenuto di essere giudicato con il rito abbreviato.
Oltre al pacco bomba all’ex Questore di Lecce, tra gli episodi contestati figurano pure l’ordigno collocato al palazzo Ducale di Parma nel 2005, l’invio di un pacco bomba all’ex sindaco di Bologna Sergio Cofferati (novembre 2005), i pacchi esplosivi inviati all’ex sindaco di Torino Sergio Chiamparino e al direttore del giornale torinese Giuseppe Fossati (luglio 2006), l’invio di ordigni incendiari al Cpt di Modena ed al comando della polizia municipale di Torino (maggio 2005), l’attentato con due ordigni contro l’ex scuola allievi carabinieri di Fossano (giugno 2006) nonché l’attentato all’amministratore delegato di “Ansaldo Nucleare” Roberto Adinolfi (maggio 2012).
Alcuni dei diciassette imputati rispondono anche di istigazione a delinquere, per avere pubblicato proclami o rivendicazioni su alcuni giornali clandestini o siti internet. Tra le parti civili costituitesi nel processo figura anche la Presidenza del Consiglio dei Ministri.