TAVIANO (Lecce) – E’ stato condannato ad un anno di reclusione (pena sospesa e non menzione) S.S., 31enne di Taviano, come gestore di una sala giochi in paese, accusato di violenza sessuale ai danni di una ragazzina del posto (all’epoca dei fatti di 15 anni). La sentenza è stata pronunciata dai giudici della seconda sezione collegiale (Presidente Roberto Tanisi) a fronte di una richiesta assolutoria invocata dal pubblico ministero di udienza Maria Rosaria Micucci. La vicenda risale al 23 marzo del 2013. Secondo quanto denunciato, gli abusi si sarebbero consumati nel bagno del locale. La minore sarebbe stata avvicinata dal titolare e spinta contro il muro e costretta, a quel punto, a subire una serie di palpeggiamenti lontano da occhi indiscreti.
La giovane riuscì comunque a liberarsi dalla morsa del suo presunto molestatore e nonostante il prevedibile schock trovò anche la forza per sollecitare l’arrivo dei familiari. All’interno della sala giochi si registrarono momenti di tensione tra le parti. Solo l’intervento dei carabinieri consentì di stemperare gli animi prima che la situazione sfuggisse definitivamente di mano. I militari, nell’immediatezza del fatto, raccolsero il racconto della ragazzina e denunciarono il 31enne con l’accusa di violenza sessuale.
L’informativa finì in Procura e il pubblico ministero Carmen Ruggiero aprì un fascicolo d’indagine. Nel fascicolo sono poi confluite le dichiarazioni rilasciate da alcuni avventori presenti nella sala giochi in quei concitati minuti. nel corso del processo sono state acquisite le tesmonianze di altri testi e la versione fornita dalla persona offesa (assistita dall’avvocato difensore Biagio Palamà) che non si è costituita parte civile.
La sentenza odierna giunge dopo una prima richiesta di condanna già formulata dalla Procura (in quel caso rappresentata dal pm Antonio Negro) che aveva chiesto 3 anni di reclusione. I giudici, però, non si ritirarono in camera di consiglio. Il legale dell’imputato, l’avvocato Salvatore Bruno, produsse delle memorie difensive mettendo in risalto tutte le incongruenze contenute nel racconto fornito dalla persona offesa davanti ai carabinieri e al collegio; comportamenti, a dire della difesa, incompatibili con una violenza sessuale. Il Tribunale chiese così l’ascolto di due testimoni a istruttoria conclusa le cui dichiarazioni erano state acquisite a sommarie informazioni. Sulla scorta di queste nuove testimonianze il pm aveva chiesto l’assoluzione dell’imputato. I giudici, però, sono stati di avviso contrario. Il deposito delle motivazioni è fissato per i prossimi 90 giorni. Subito dopo la difesa presenterà Appello.
F.Oli.