LECCE – Tutto fermo, nonostante anche la giurisprudenza abbia chiarito il significato di «grandi macchine» al fine della ripartizione dei budget a favore delle strutture private. In passato le uniche due strutture in provincia di Lecce capaci di utilizzare macchine potentissime per la risonanza magnetica, il Centro Calabrese e il Santa Chiara, sono state penalizzate nella ripartizione delle risorse che consentono a tutti i cittadini di usufruire dei servizi privati ai prezzi del pubblico, con richiesta del medico. L’Asl sta interloquendo con la Regione per stabilire il budget, ma continua, nel frattempo, a elargire fondi con il vecchio sistema. Quindi, nonostante la sentenza del Consiglio di Stato del 27/06/17 n.3140, che ha spiegato che non si possono considerare «grandi macchine» quelle con potenza inferiore a 0,5 tesla, la ripartizione resta la stessa di prima: il risultato è che centri con macchine non all’avanguardia percepiscono fondi come quelli che hanno la tecnologia di alto livello e sono in grado di fare esami che garantiscono molto di più l’utenza.
La burocrazia, invece, se la prende comoda e si rischia di far scoppiare l’ennesima guerra giudiziaria per far valere i propri diritti. Domani ci saranno le firme delle nuove convenzioni, ma i Centri all’avanguardia (che hanno macchine da 1,5 tesla) hanno perso altre risorse e hanno le prenotazioni bloccate. In tutto questo chi ne esce penalizzato è il cittadino, che rivolgendosi a strutture con mezzi non all’avanguardia perde la possibilità di usufruire di un servizio di buon livello che esiste sul territorio. I cittadini che si sono rivolti a centri che non hanno un’attrezzatura adeguata, ora si ritrovano tra le mani un esame che dovrebbe essere ripetuto, con ulteriori spese a carico sistema sanitario pubblico.
Alcuni centri continuano a lavorare con macchinari che hanno potenza inferiore a 0,5 tesla: questo danneggia gli utenti ignari, che pensano di usufruire di una tecnologia in grado di fare diagnosi corrette. Intanto, un nuovo taglio ha colpito i privati, fino a 200 mila euro, nel caso del Centro Calabrese: l’Asl, non solo non ha tenuto in considerazione, in passato, il fatto che chi ha in dotazione «grandi macchine» non può essere penalizzato e messo sullo stesso piano degli altri, ma ha seguito la linea dei tagli pesanti. La legge prevede una ripartizione diversa. Dunque, il settore privato, che può essere un buon rimedio alle falle del pubblico, quando punta sul massimo della tecnologia, paradossalmente viene punito con tagli indiscriminati. Tra poche ore sapremo se per far applicare le regole su cui ha fatto chiarezza la giurisprudenza ci vorrà l’ennesimo processo o se Asl e Regione decideranno di fare in fretta e rimediare valorizzando chi punta su innovazione e alta tecnologia, alleggerendo la strutture pubbliche, che spesso annaspano tra centinaia di prenotazioni e macchine guaste.