COPERTINO (Lecce) – “Le dichiarazioni delle persone offese si devono ritenere attendibili così come le testimonianze fornite dai cittadini presenti alla festa”. E’ uno dei passaggi cruciali contenuti nelle ventiquattro pagine con cui il giudice relatore della prima sezione penale Maddalena Torelli motiva le condanne (a 16 anni complessivi) inflitte a Giovanni Savina, Costica Brinzoi e Cosimo Cordella, i tre giovani di Copertino arrestati per una tentata estorsione ad altrettanti ambulanti del Bangladesh nel giugno del 2016 durante la festa patronale. Il giudice si sofferma sulle prove dibattimentali acquisite nel corso del processo corroborate dalle dichiarazioni (rilasciate in sede di denuncia) dei cittadini extracomunitari che hanno confermato gli orari dell’avvenuta minaccia (le 21), la cifra della richiesta estorsiva (“dammi 100 euro”), l’entità della minaccia (“ti butto a terra la bancarella) ed anche sull’orario in cui i tre imputati avrebbero dato seguito concretamente alla prospettata minaccia (le 22).
Ci sono poi le testimonianze fornite dai cittadini che non hanno voltato le spalle davanti all’ennesimo (presunto) affronto nei confronti di alcuni ambulanti. I carabinieri, ricostruisce il giudice, vengono allarmati per la prima volta dai cittadini che frequentano la piazza “che davano fastidio” per poi segnalare alcuni minuti dopo che “i tre giovani di prima hanno messo a soqquadro tutte le bancarelle, hanno picchiato un po’ di gente e sono ancora lì”. Il giudice riserva anche alcune pagine al reato di rapina di 3mila e 500 euro ai danni di un ambulante (accusa dalla quale i tre imputati sono stati assolti perché non è stata raggiunta la prova della penale responsabilità degli imputati). Alcuni riscontri si devono ritenere di sostegno alla decisione dei giudici come gli esiti negativi della perquisizione ai tre giovani “segno che non vi è la prova del denaro sottratto alla persona offesa” come sottolinea il giudice. Nel corso del dibattimento, poi, non è emersa la presenza sui luoghi di un quarto giovane al quale i tre avrebbero potuto consegnare il denaro così come affermato da un querelante. Con il deposito delle motivazioni, gli avvocati Antonio Savoia, Daniele Scala e Mirko De Luca, impugneranno la sentenza in Appello.
Le indagini sono state condotte dai carabinieri della locale Tenenza agli ordini del luogotenente Salvatore Giannuzzi. Il gruppo avrebbe avanzato una richiesta di 200 euro a testa ad alcuni ambulanti stranieri perchè potessero continuare a lavorare. E per ottenere il denaro sarebbero passati anche alle vie di fatto. Infine avrebbero rapinato uno dei cittadini del Bangladesh dell’incasso di 3mila e 500 euro, accusa come detto defalcata dai giudici. I tre giovani furono bloccati poco dopo dai carabinieri. Nelle concitate fasi dell’arresto, un militare riportò anche lievi lesioni al braccio destro. Attualmente Savina e Brinzoi sono detenuti per altri fatti; Cordella, invece, da circa un mese si trova in una comunità per incompatibilità con il regime carcerario.