SANTA CESAREA TERME (Lecce) – “Santa Cesarea Terme dovrebbe rappresentare, al pari delle nostre più prestigiose località rivierasche, la punta di diamante del turismo locale. Invece sono anni che viene mortificata da una gestione ‘familistica’ che l’ha tagliata fuori dai circuiti turistici più importanti”. Cristian Casili, consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle e Vicepresidente della V Commissione Regionale, interviene sulla perla che si affaccia sull’Adriatico, ponendo l’accento sulla notizia della decisione del Tar, che ha considerato illegittima la revoca, da parte della Regione Puglia, della procedura di alienazione della società Terme. La Regione dovrà vendere le sue quote.
“Il Governatore Emiliano e l’assessore Capone, con delega al Turismo, a metà del mandato hanno dimostrato l’incapacità di risolvere la questione relativa alla dismissione delle quote in possesso degli enti locali, dopo la legge di stabilità 2014 per quelle società non strumentali ai fini istituzionali. Ricordo che Emiliano – prosegue Casili – aveva dato incarico al professore Ugo Patroni Griffi per superare lo scoglio della decadenza delle partecipazioni societarie, giungendo alla conclusione di separare proprietà e gestione. Al riguardo l’assessore Capone, in Consiglio Regionale, ha risposto a una nostra interrogazione affermando che la giunta avrebbe affidato la gestione a un soggetto di comprovata esperienza nel settore, scelto tramite un bando internazionale.
Purtroppo sono rimaste parole nel vuoto, come nel vuoto sono caduti i propositi di ‘valorizzazione di uno degli assets più affascinanti, famosi e potenzialmente redditizi del Salento’, come dichiarato dal presidente. Alle promesse di Emiliano e dell’assessore Capone, ha risposto prima la Corte dei Conti, che riprende la Regione per non aver portato a termine la procedura intrapresa con la pubblicazione della manifestazione d’interesse del 2014, e poi il Tar di Lecce che ha accolto il ricorso di tre gruppi imprenditoriali che avevano partecipato al bando regionale, annullato dalle delibere del 2015 della Giunta Emiliano. A questo si aggiunge il braccio di ferro con il Sindaco di Santa Cesarea, che vorrebbe acquisire il 50,49 delle quote di proprietà della Regione, stimate oggi in 17 milioni di euro.
Al Sindaco Bleve – conclude Casili – abbiamo chiesto più volte un minimo di programmazione da cui si evinca il rilancio del centro termale e soprattutto dove avrebbe trovato le risorse per acquisire la piena proprietà delle terme, senza mandare in dissesto il Comune, il cui territorio è rappresenta una buona parte dalle suddette terme. Anche in questo caso nessuna risposta. Ho l’impressione che la campagna elettorale per le amministrative del 2018 abbia già preso il sopravvento sul buon senso. Mi dispiace si stia giocando con il futuro dei cittadini, a cui appartiene questo prezioso bene. Emiliano cominci a fare sul serio: se veramente crede nella legge sulla partecipazione, licenziata da poco in Consiglio Regionale, ascolti i cittadini prima di prendere decisioni affrettate a danno della stessa comunità”.