LECCE – “Non volevo più stare in comunità e ho deciso di evadere”. Si è giustificata così Valentina Piccinonno, la 34enne di Lecce, evasa martedì scorso dalla comunità di Turi (comune della provincia di Bari) in cui stava scontando i domiciliari per l’omicidio di Salvatore Maggi. La donna, assistita dall’avvocato Ladislao Massari, è comparsa questa mattina davanti al gip Alcide Maritati. A margine dell’udienza, il giudice ha convalidato l’arresto e ha disposto l’aggravamento della misura con il carcere per evasione nell’ambito del procedimento relativo all’omicidio dell’ex gestore della sala giochi originario di Monteroni. Per l’ultimo episodio, invece, non è stata applicata alcuna misura.
La donna, condannata solo lunedì a 16 anni di reclusione per aver ammazzato l’anziano, si era allontanata dalla comunità poche ore dopo il verdetto di primo grado emesso dal giudice Cinzia Vergine nel processo che si è celebrato in abbreviato. La Piccinonno è stata rintracciata e bloccata dai carabinieri della stazione di Specchia nella notte tra martedì e mercoledì. Si trovava in compagnia di un uomo (un 62enne residente a Bari) in un bar di un distributore di benzina all’ingresso del paese. L’arresto non è stato agevole. La Piccinonno, messa alle strette, ha dimostrato ancora una volta furbizia e astuzia, “doti”, però, che non le sono bastate per evitare un nuovo arresto. La 34enne ha infatti cercato di nascondere la sua reale identità fornendo false generalità.
I militari, però, si sono insospettiti per il manifesto nervosismo dei due che, interrogati sulle circostanze della loro presenza in quel luogo a notte fonda, hanno fornito risposte evasive. A quel punto sono stati condotti in caserma per ulteriori accertamenti. La Piccinonno non ha potuto far altro che rivelare la sua vera identità,. Per la 34enne si sono aperte per l’ennesima volta le porte del carcere di Lecce con l’accusa di evasione. L’uomo trovato in sua compagnia è stato denunciato con l’accusa di favoreggiamento.
F.Oli.