di Julia Pastore
MAGLIE (LECCE) – La passione l’ha ereditata dalla madre. E ha iniziato sin da piccolino, approcciandosi al disegno dei fumetti e dei manga giapponesi, per poi abbracciare anche la ritrattistica e la paesaggistica. Siamo all’interno del palazzo Capece: in questi giorni la galleria del noto liceo di Maglie sta ospitando la prima mostra personale di pittura dell’artista Paolo Longo, giovane venticinquenne di Collepasso, neolaureato in Giurisprudenza all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e precedentemente diplomatosi proprio al liceo Capece. “Relazioni cromatiche” è un coacervo di richiami cosmici, fluorescenze ed effetti tridimensionali.
Un artista autodidatta, che ha tratto dalle mostre visitate a Milano durante il suo soggiorno universitario una fonte di studio; si ispira a Jackson Pollok e al contemporaneo Ian Davenport.
Molti quadri sono realizzati solo con l’acrilico, altri servendosi di attrezzi come il pennello o la spatola e la tecnica adoperata è quella moderna del “fluid painting”, di derivazione americana, figlia della “pop art” e che consiste nel rendere il colore fluido, lasciandolo cadere sulla tela o sul supporto metallico, senza far mischiare i colori, che così restano ben separati e definiti ma interagiscono fra loro (in effetti, osservando i quadri, il pittore ha creato delle nette sovrapposizioni di colore, mentre quasi mai si scorgono delle sfumature).
C’è una costante in tutte le opere della mostra: si parte sempre dal bianco e dal nero, colori statici che creano la giusta armonia con tutti gli altri, dai complementari al fluo. A farla da padrone è senz’altro il colore. Ed in questi giorni gli spettatori sono stati colpiti dal doppio effetto della visione fluo contrapposta alla visione dei colori basici, effetto presente soprattutto nelle serie circolari, che hanno avuto una grande fortuna: diversi privati hanno acquistato qualche lavoro.
In particolare, il pittore ha aiutato lo spettatore a scorgere con minuzia dei particolari cromatici delle serie circolari, servendosi di una torcia dalla luce a raggi ultravioletti, in grado di assorbire le radiazioni e di riemmetterle, creando un gioco di fluorescenze e tridimensionalità data dalla stratificazione materica ottenuta dal colore stesso.
Degno di nota, il fatto che per l’artista la sua laurea in giurisprudenza ben collima con l’arte, avendo estrapolato la sua creatività proprio dal rapporto tra ordine e disordine: da un lato ha posto un “limen”, come quello dato dall’ordine delle norme del diritto, mentre dall’altro si è lasciato travolgere dall’irrazionalità dell’arte. <<In ogni quadro c’è sempre una parte che non dipende da me, che sfugge, ed è allora che mi lascio guidare dall’improvvisazione>>.
Non sono stati assegnati dei titoli alle opere: l’intento di Paolo Longo è stato quello, una volta finito il lavoro, di non definire l’oggetto, in modo che a parlare fosse l’impatto visivo del quadro, con i suoi colori. Dunque lo spettatore si rende protagonista, assegnando un significato personale o la propria sensazione soggettiva all’opera, proprio come accade osservando la forma delle nuvole.
La mostra è visitabile anche oggi, dalle 18:30 alle 21.