UGENTO (Lecce) – Una perizia medico legale, tramite incidente probatorio, per accertare eventuali responsabilità a carico dei tre medici in servizio nel carcere di Lecce accusati della morte di Donato Cartelli. Il gip Edoardo D’Ambrosio conferirà l’incarico a metà settembre alla dottoressa Gabriella Cretì che avrà 60 giorni per depositare il proprio elaborato. Le varie parti coinvolte nel procedimento potranno nominare un proprio perito di parte. L’indagine è coordinata dal pubblico ministero Francesca Miglietta. Gli accertamenti sono scattati dopo una denuncia querela depositata direttamente in Procura dai familiari della vittima, assistiti dall’avvocato Andrea Conte.
Cartelli, 59 anni, di Ugento, morì il 19 febbraio scorso. Si trovava in carcere per scontare una condanna a 9 anni di reclusione per reati contro la persona. Quel giorno il corpo del detenuto venne ritrovato ormai privo di vita all’interno della propria cella. A causare la morte, un arresto cardiaco. Cartelli, a dire dei propri familiari, non aveva mai lamentato alcun problema di salute. E non aveva mai accennato a qualche malanno. Anzi, nel corso dei colloqui, il detenuto avrebbe sempre rassicurato i propri familiari augurandosi di poter beneficiare della liberazione anticipata alla luce della buona condotta tenuta dietro le sbarre. L’unico malanno segnalato risaliva ad un mese prima ed era legato ai fastidi causati da un’influenza stagionale. Il detenuto venne sottoposto ad un trattamento farmacologico consistito in quattro iniezioni. Sulle circostanze del decesso, invece, le informazioni fornite ai parenti sarebbero risultate del tutto frammentarie e lacunose.
Da qui la decisione di presentare una denuncia con cui i familiari di Cartelli hanno chiesto di fare piena luce sulle cause della morte “e fugare così qualsivoglia sospetto sui fatti e sulle circostanze che, purtroppo, quando accadono all’interno delle mura carcerarie tendono ad avere contorni poco precisi”. Il magistrato inquirente ha deciso di approfondire il caso.L’accertamento medico legale dovrà valutare l’eventuale nesso “tra eventuali condotte colpose, negligenti e imperite dei sanitari intervenuti nella vicenda e il verificarsi dell’evento letale”. Inoltre la perizia servirà ad accertare se la diagnosi dei sanitari intervenuti nella vicenda nonché le cure prescritte al detenuto siano state appropriate e corrette. I medici – la cui iscrizione nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo è un atto dovuto in vista dei primi accertamenti – sono assistiti di fiducia dagli avvocati Vincenzo e Antonio Venneri; d’ufficio da Flavio Santoro e Maurizio Memmo.
F.Oli.