COPERTINO (Lecce) – Rischia di rimpolpare la casistica dei casi archiviati il procedimento su un presunto caso di lupara bianca. Il pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia Guglielmo Cataldi ha infatti avanzato richiesta di archiviazione del fascicolo sulla scomparsa di Giuseppe Pagano, allontanatosi da Copertino nel lontano 1992 e mai più ritrovato. La vicenda giudiziaria, però, è ancora aperta. I familiari della vittima, assistiti dall’avvocato Roberto Rella, hanno infatti depositato l’atto di opposizione. E ora un giudice dovrà fissare l’udienza camerale.
La scomparsa di Pagano è uno dei pochi casi sui cui gli inquirenti leccesi non sono mai riusciti a fare piena luce. Il giovane si allontanò dal proprio paese nel ’92. In quel periodo si trovava al regime della semidetenzione ma nonfece rientro a Copertino. E dopo circa tre mesi i familiari non ebbero più alcun contatto. Pagano diventò a tutti gli effetti un latitante. Il suo, però, non sarebbe mai stato un allontanamento volontario. Pagano sarebbe stato ammazzato dalla malavita pagando con la vita l’ambizione di scalare le gerarchie all’interno dell’organizzazione e così punito dal clan.
Nel corso degli anni, diversi collaboratori hanno fornito alcune informazioni su questo presunto caso di lupara bianca ma tutte le indicazioni non avrebbero mai consentito di ritrovare il cadavere di Pagano. I nomi del presunto mandante e degli esecutori sono comunque confluiti in un’indagine più ampia ma gli accertamenti dispoti dagli inquirenti non hanno mai suffragato tale pista investigativa.
Nella richiesta di archiviazione lo stesso pm Cataldi precisa come le dichiarazioni dei pentiti difetterebbero di riscontri. In realtà l’atto di opposizione depositato contiene un’intercettazione inedita in cui il presunto mandante parlerebbe chiaramente della scomparsa di Pagano. Si riparte da questa nuova mossa per rivitalizzare così un fascicolo che rischia di finire al macero.
F.Oli.