Nell’866 un’aliquota di Arabi, sudditi dell’Emiro di Bari Sawdan, si spingono ad assediare Ragusa, città situata lungo la costa dalmata, i cui abitanti chiedono subito aiuto all’Imperatore di Costantinopoli Basilio I il Macedone che è associato al trono a Michele III detto l’Ubriaco. Subito una flotta di 100 navi, agli ordini di Niceta Orifa, lascia la città sul Bosforo in direzione di Ragusa. La semplice apparizione delle navi bizantine è sufficiente a convincere gli assedianti circa la necessità di ritirarsi. Altra conseguenza, dovuta alla presenza della flotta nell’Adriatico, è quella di spingere Serbi e Croati ad allearsi con Bisanzio.
L’aver arrestato l’espansione saracena invoglia, l’anno successivo, anche la Repubblica di Venezia ad inviare una flotta in Puglia, al comando del Doge Orso. Questa getta le ancore di fronte a Taranto e fa sbarcare un contingente di truppe che, in breve tempo, aggancia le forze arabe e le batte nei pressi della città, vendicando così un precedente tentativo dell’841 conclusosi con un insuccesso militare.
Nel settembre dello stesso anno Basilio I si libera di Michele III e, divenuto unico imperatore, comincia una politica mirante ad allontanare definitivamente il pericolo arabo dall’Europa. Oltretutto, l’Emiro di Bari Sawdan ha la fama di essere uno spietato condottiero ed un saccheggiatore di monasteri e chiese, pur essendo un uomo particolarmente colto ed amante dell’arte. Ma i piani di liberazione della Puglia rientrano anche nei programmi dell’Imperatore del Sacro Romano Impero Ludovico che, nell’868, cinge d’assedio Bari ed attende le truppe di rinforzo, comandate da suo fratello Lotario, che però tardano ad arrivare mettendo a repentaglio l’operazione. Con molta probabilità, in questo frangente, furono stipulati alcuni accordi fra Ludovico e Basilio che, almeno in questa occasione, misero da parte le tradizionali diffidenze. Secondo alcuni storici i due imperatori avrebbero anche concordato un matrimonio fra Ermengarda, figlia di Ludovico e Costantino, rampollo di Basilio.
Nella primavera dell’869 l’Imperatore d’Occidente, ancora in attesa dei rinforzi di Lotario, riceve il consiglio di non togliere l’assedio, poiché è in arrivo una flotta di 200 navi da Bisanzio. In realtà nel settembre dello stesso anno giungono dinanzi al porto di Bari ben 400 navi, di cui 200 sono quelle inviate da Basilio, 100 sono quelle che avevano liberato Ragusa ed altre 100 appartengono agli alleati Serbi e Croati. Comandante supremo è Niceta Orifa. Tuttavia l’imperatore franco si è ritirato col grosso delle forze a Venosa, lasciando soltanto un presidio di pochi uomini a continuare l’assedio. I motivi di tale decisione restano oscuri, Ludovico avrebbe dichiarato di essersi stancato di attendere, anche se non è da escludere che la sua scelta fosse dettata dal timore di aver assecondato troppo le mire di Basilio. Nonostante tutto, Niceta Orifa decide di attaccare Bari da solo ma l’impresa fallisce ed il comandante si ritira con tutta la flotta a Corinto.
Il successo, però è soltanto rimandato. Infatti, nell’870, Ludovico scatena un’offensiva in Campania, spingendosi sino alla Calabria dove infligge una pesante sconfitta all’Emiro di Amantea. I due eserciti si scontrano nuovamente a Natale dello stesso anno nei pressi di Bari, dove l’Emiro di Amantea cerca di soccorrere gli Arabi di Bari ancora assediati e, nuovamente, la vittoria arride ai Franchi.
Il 3 febbraio 871 l’esercito franco, rinforzato da alcuni reparti longobardi comandati dal Principe di Benevento Adelchi, sferra l’assalto decisivo contro Bari, le cui difese cedono consentendo l’irruzione degli assedianti all’interno della città e la cattura di Sawdan. Ha termine , così l’Emirato di Bari.
In seguito, resosi conto della necessità di disporre di una grande flotta come quella bizantina per future espansioni, Ludovico tenterà di ricucire i rapporti con Basilio, tuttavia questi, ancora indispettito per la precedente condotta del franco, rifiuterà ogni accordo. Resta comunque il fatto che il merito della liberazione di Bari va attribuito esclusivamente a Ludovico che, con le sole armate franche, riuscì a porre fine alla dominazione araba della Puglia che durava da ventiquattro anni.
Cosimo Enrico Marseglia
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