Continuiamo il nostro itinerario sempre spinti da rinnovato entusiasmo e dal desiderio di fornire interessanti e utili notizie sulle bellezze della nostra città da un punto di vista storico-artistico. Ma prima di inoltrarci lungo le strade di Lecce viene spontaneo premettere una similitudine attraverso la quale incuriosire il lettore sulla meta del nostro percorso: come nel corpo umano, tutte le membra sono indispensabili per l’operatività quotidiana, ma nessuna azione avrebbe veramente valore se non fosse animata dal centro dei sentimenti, cioè il cuore, così non si può dire di conoscere a fondo la città, se non ci si ferma al centro della sua massima espressione urbanistica e religiosa, al nucleo della sua storia, nel cuore di Lecce Vecchia. Il riferimento è a Piazza Duomo, uno dei gioielli dell’architettura barocca della nostra città. Costituiscono la piazza: la Cattedrale con l’Episcopio da un lato e il campanile dall’altro e, di fronte ad esso, il Palazzo del Seminario.
Tre grandi statue da una parte, S. Oronzo, S. Irene, S. Venera ed altrettante dall’altra, raffiguranti alcuni Padri della Chiesa, sormontano i propilei di ingresso della tanto ammirata e conosciuta piazza, quasi ad accogliere il pellegrino che vuole accostarsi devotamente al “luogo sacro”. Fu rifatta nel 1761 dall’architetto E. Manieri, su incarico del vescovo Sozy-Carafa.
Prima di arrivare alla cattedrale attraversiamo la piazza: in questo “cortile”, la prima domenica di novembre si svolgeva un tempo una fiera religiosa e rionale, detta “panieri” o “spasa te Bonsignore”, istituita nel 1452 da G. A. Orsini del Balzo, che dispose l’esenzione dei dazi sulle mercanzie. Così i commercianti, come atto di omaggio verso il vescovo che concedeva il “cortile”, offrivano un dono o un loro prodotto in natura, presentandolo su un ampio vassoio, chiamato volgarmente “spasa”, da cui il nome della fiera.
Ma eccoci di fronte alla Cattedrale: essa fu costruita una prima volta nel 1144, poi nel 1230. Fu completamente ristrutturata negli anni tra il 1659 e il 1670 da G. Zimbalo a cui si deve l’attiguo campanile. La facciata principale, valorizzata dallo sfarzoso portale in bronzo, realizzato alla fine degli anni Novanta da G. Manzù, è riccamente decorata e presenta ai lati due nicchie con le statue di S. Giusto e S. Fortunato con al centro la maestosa statua di S. Oronzo. La facciata laterale, piuttosto semplice sotto il profilo decorativo, si sviluppa in due ordini arricchiti dalle statue di S. Gennaro, di S. Ludovico e dei SS. Pietro e Paolo.
Il campanile, alto circa 72 m, a pianta quadrata, è formato da cinque piani coronati da balaustre in pietra leccese. Le pareti sono alleggerite da finestre ad arco pieno, decorate e sormontate da lapidi di grandezza decrescente verso l’alto. L’ultimo piano culmina con una cupola ottagonale su cui è posta una banderuola in ferro raffigurante S. Oronzo benedicente, alto 2,5 m. Alla destra della cattedrale vi è il Palazzo del Vescovo con la sua elegante architettura ristrutturata da E. Manieri nel 1758, architetto di fiducia di Mons. Sozy Carafa. Risale al Settecento la duplice rampa di scale interne, il portico ad archi, la loggia balaustrata contrappuntata da figure in pietra e sormontata da uno dei primi orologi pubblici della città, realizzato nel 1764 dal leccese D. Panico.
Chiude la piazza il Palazzo del Seminario, costruito per volontà dei vescovi Pignatelli, i quali si avvalsero della collaborazione tecnica dell’architetto G. Cino, che riprese il modello del convento dei Celestini. Esso rappresenta una delle più belle facciate barocche esistenti in città. Nel cortile interno sorge il fastoso pozzo, opera di Cino, posto su quattro gradini circolari decorati, coronato dalla statua di una figura femminile, sotto un arco sorretto da amabili putti.
Usciti dal seminario, abbiamo concluso la nostra visita in Piazza Duomo, così affascinante e particolare da poter essere considerata unica in tutta Italia. È quasi un salone a cielo aperto, dove la pietra leccese assume colori e giochi chiaro-scurali che mutano al variare della luce del sole. Se di giorno la piazza quasi “acceca” con i suoi bagliori dorati, di sera incanta con il calore che emana e per il contrasto spettacolare tra il colore ambrato degli edifici e il blu intenso delle notti estive. È così bella che viene quasi voglia di ricominciare il giro per fare qualche foto!
Gionata Quarta