F.Oli.
CAVALLINO – Dipendenti sfruttati in un call center. Costretti a garantire ritmi di lavoro e di rendimento elevati per non essere licenziati. Con tutte queste accuse il pubblico ministero Paola Guglielmi ha emesso un decreto di citazione a giudizio nei confronti della responsabile di un call center e di quattro collaboratori con sede a Cavallino. L’accusa di violenza privata in concorso viene contestata a E.A.G., 42enne di Soleto; M.A.P., 36, di Presicce; M.C.A., 37, di Scorrano; M.D.V., 32, di Lizzanello e V.M., 38, di Lizzanello.
Il procedimento rappresenta un secondo filone investigativo dopo un primo processo già incardinato sempre nei confronti degli stessi imputati. Anche in questo caso sono stati alcuni lavoratori a mettere in moto le indagini sulla scia di denunce presentate da altri colleghi. Gli episodi si sarebbero verificati nell’ottobre del 2015. I dipendenti, assunti con contratti CO.CO.PRO., sarebbero stati obbligati a tenere un ritmo produttivo esasperante con continue minacce di licenziamento, insulti, commenti denigratori. In altre circostanze, ai lavoratori sarebbe stata impedita qualsiasi pausa, vietato l’uso del telefonino e di interrompere il lavoro per espletare i propri bisogni fisiologici. Non sarebbero mancati malori causati dall’utilizzo prolungato del computer.
Gli imputati, innocenti fino a prova contraria, sono difesi dagli avvocati Viola Messa, Francesco Calabro, Gianfranco Gemma e d’ufficio di Milena Nucci. In un’aula di Tribunale cercheranno di dimostrare la propria estraneità a tutte le accuse. Le sei persone offese, residenti tra Lizzanello, e la frazione di Merine, Lecce e Trepuzzi, sono assistite dagli avvocati Enrico Gargiulo, Salvatore De Mitri, Davide Pastore e Ilenia Antonaci. Potranno costituirsi parte civile con l’inizio del processo previsto per il 16 ottobre davanti al giudice monocratico Alessandra Sermarini.