di Gaetano Gorgoni
BARI – I fittiani cominciano a strutturare il nuovo partito ufficializzando coordinamenti e cercando di radicarlo sul territorio. Raffaele Fitto corre ai ripari per frenare l’emorragia e cerca di dare dei ruoli importanti ai suoi uomini di fiducia. Non ci sono più i soldi di Berlusconi per rendere più forte il partito: oggi tutto è più difficile e ridimensionato, ma ci sono meccanismi per attingere le risorse messe a disposizione dagli elettori, l’autofinanziamento e le risorse ai gruppi. Anche se i dati dimostrano che sono sempre di meno i cittadini che decidono di girare una quota della propria Irpef ai partiti. I soldi sono scarsi, pochi posti disponibili e anche meno pazienza del passato tra i fittiani. In Puglia c’è una partita interna contro Forza Italia, a Roma c’è la partita delle alleanze, dove la direzione non è ancora chiara e si cerca un approdo tra i centristi allo sbaraglio e la solida nave salviniana. «Oggi, con Alfano che si allea con Renzi, diventa difficile chiudere con i centristi. L’alleanza con Salvini è molto più fattibile» – spiega un dirigente di Direzione Italia.
A sinistra si parla addirittura di un listone con Alfano, Pisapia e Calenda. Dunque la direzione è quella di Noi con Salvini: i primi di agosto Fitto ha incontrato alcuni dirigenti della Lega e «ha verificato l’esistenza di molti progetti comuni». Intanto, continua il processo di organizzazione territoriale e nazionale di Direzione Italia: Antonio Distaso è il nuovo responsabile dei rapporti nazionali con gli altri partiti, mentre il consigliere regionale, Francesco Ventola, è stato nominato primo coordinatore regionale. A presentare le novità – lunedì prossimo, 4 settembre, alle ore 10.30, nella sede del partito a Bari (piazza San Ferdinando, angolo via Calefati) – saranno proprio queste due personalità politiche, sempre fedeli a Fitto. Dopo il buco nell’acqua dei Conservatori e Riformisti e qualche fuga eccellente verso altri partiti, l’ex ministro di Maglie punta a rassicurare i suoi cercando di strutturare una «casa del centrodestra» con organi definiti e un congresso che si farà a ottobre.
A Milano ci sarà la presentazione dei coordinatori nazionali e poi il partito sarà definitivamente strutturato. Si parla anche di nuovi possibili ingressi: soprattutto di quegli alfaniani in fuga dal centrosinistra. Gabellone resta coordinatore provinciale. Spuntano, tra i possibili dirigenti regionali e delegati nazionali per il congresso di ottobre, i nomi di Simona Manca e Mino Frasca. Quest’ultimo, rimasto senza sbocchi dopo l’appoggio al sindaco uscente del Pd, Marcello Risi, ha deciso di riavvicinarsi ai fittiani in punta di piedi: ora avrà un ruolo nel partito. Un ruolo di primo piano dovrebbe essere riservato a Paolo Perrone, sempre che non decida di andare via: l’ex sindaco punta a un posto in Parlamento. Nel coordinamento regionale ci sarà anche Gianni Stefano. Naturalmente, tra i delegati nazionali ci sarà anche il consigliere regionale Luigi Manca. Intanto, Roberto Marti farà riunire i leccesi tra martedì e mercoledì: Messuti non ci sarà, resterà nel gruppo misto a cercare di strutturare una squadra da contrapporre a Perrone. La situazione leccese è sempre molto tesa e complicata. La politiche sono vicine: per Fitto è la partita della sopravvivenza.