BARI – Chissà se Michele Emiliano pensa ancora davvero che Paolo Gentiloni sia un buon candidato premier per le prossime politiche, dopo che il governo ha stroncato la legge della Regione Puglia sulla partecipazione. Il governatore ci ha provato: voleva aprire un dialogo con il Roma, staccare col passato, dopo la guerra con Renzi. Ma il premier ha chiarito subito da che parte sta: del resto, è lì soprattutto grazie all’ex premier. Il clima, dunque, a Bari, parte teso. Ancora uno scontro basato sul pretesto delle competenze legislative tra governo e Regione: eppure anche Toscana ed Emilia-Romagna hanno una legge simile. Il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Gentiloni, ha impugnato la legge sulla partecipazione n.28 del 13/07/2017, in quanto “alcune norme prevedono strumenti di partecipazione regionale relativamente a opere statali e di interesse nazionale che incidono significativamente sul dibattito pubblico previsto per tali opere dalla legislazione statale di riferimento”.
La legge pugliese sulla partecipazione è stata presentata dalla giunta regionale sia come uno strumento di cotrollo dell’attuazione del programma di governo sia come possibilità dei cittadini di incidere sulle scelte più importanti che riguardano il territorio. In altre parole, quando la Regione deve esprimersi su grandi opere, ad esempio come Tap, si può indire un dibattito pubblico per acquisire le valutazioni della collettività. “Ho letto sul giornale che lei ha impugnato la nostra legge sulla partecipazione: Si pretende dunque da parte del Governo che in questi casi i pugliesi non possano discutere tra di loro delle opere di interesse nazionale che riguardano il loro territorio? - attacca Michele Emiliano, rivolgendosi al premier – Faremo questa battaglia davanti alla Corte Costituzionale, con la forza morale che abbiamo. Eppure la nostra legge è identica sul punto a quella della Toscana che pure non è mai stata impugnata dal Governo. Forse l’opinione pubblica pugliese preoccupa di più di quella Toscana. E pensare che avevamo offerto garbatamente al Governo piena disponibilità per modificare la nostra legge ove la stessa politicamente fosse risultata indigesta. Ma tale collaborazione è stata rifiutata incomprensibilmente”. Nessuno deve avere paura del confronto e della partecipazione, secondo il governatore della Puglia, che poi augura a Gentiloni, nonostante tutto, di continuare a fare un lavoro di pacificazione del Paese.
“Siamo teste dure e non molleremo mai, nemmeno sulle inutili e invasive prospezioni nel nostro mare. Persino due salentini doc come il premio Oscar Helen Mirren e il grande regista Taylor Hackford, sono insorti in questi giorni chiedendo al suo governo di sospendere queste autorizzazioni che mettono a rischio il sistema eco-marino. Stiamo per formare all’interno della Agenzia Regionale per l’Ambiente l’Ufficio per la tutela del mare e per la promozione della blu economy. Faremo i soldi col mare senza inquinarlo. Può scommetterci. ” – chiosa Michele Emiliano rivolto a Gentiloni. Il governatore spiega i grandi passi avanti delle imprese pugliesi in innovazione e tecnologia, senza dimenticare il fiore all’occhiello dell’aerospazio. Emiliano ha esposto le tante idee e i progetti per la sostenibilità ambientale: la Fiera del Levante è anche questo. Il presidente della Regione Puglia bacchetta apertamente il governo non solo sulle autorizzazioni per la ricerca del petrolio nei nostri mari, ma anche sulla mancata decarbonizzazione dell’Ilva.
Anche il Patto per la Puglia è al centro del discorso di Emiliano, che parla di “insufficiente disponibilità di cassa messa a disposizione dal governo”. “La Puglia non ha bisogno di anticipi, ma sarebbe bene capire se la gran parte dei finanziamenti siano stati messi a disposizione delle Regioni”. La Regione Puglia renderà permanente la sua sede nella Fiera, con un padiglione che sarà attrezzato per diventare casa della partecipazione.
Paolo Gentiloni prova a dribblare le polemiche parlando di crescita e di cose positive e usando le parole di Don Tonino Bello per descrivere l’identità della Puglia e la sua apertura sul piano internazionale. “Fa bene la Fiera del Levante a investire sul nesso tra economia e cultura”- chiosa il premier. Il presidente del Consiglio spiega che c’è bisogno di fiducia e difende a spada tratta la legge sui vaccini, “che significa difendere le conquiste della scienza”. “A questa fiducia bisogna ricondurre un cambio per il Mezzogiorno, che ha subito una crisi più dura rispetto al resto d’Italia”. Anni di crisi molto gravi e disoccupazione spinta hanno flagellato il sud. Gentiloni cita Aldo Moro quando parla della questione meridionale e della necessità di “stabilizzare il ciclo economico”.
Però Gentiloni spiega che il Mezzogiorno ha un trend di crescita positivo, grazie alle riforme del governo. “Non ci sono mai state condizioni più favorevoli per investire”. Poi, si dice disponibile a dialogare con la Puglia. Le sue parole suonano un po’ come la solita retorica che i governi fanno alla Fiera del Levante: si sbandierano successi e rinascite che la gente comune stenta a vedere. Ma le elezioni politiche sono vicine e tutto è concesso. Alla fine, Emiliano è “moderatamente ottimista”: il discorso di Gentiloni non è in linea con l’impugnazione della legge regionale. A parole tutti sembrano ben disposti per una leale collaborazione.
Garcin
LE REAZIONI AL DISCORSO DEL PREMIER:
Il presidente Emiliano, a margine dell’inaugurazione della 81° Fiera del Levante ha dichiarato: “Ho sentito finalmente dopo molti anni il tono di un discorso giusto per un presidente del Consiglio.
Ho sentito il presidente del Consiglio parlare della questione meridionale come di una questione fondamentale, l’ho sentito proiettato ad incoraggiare senza illudere, l’ho sentito analizzare gli elementi positivi della situazione economica senza dire bugie.
Questo mi incoraggia molto di più di un pallone lanciato nel cielo, che invece scoraggia perfino di più di una analisi cruda.
Sono quindi moderatamente soddisfatto del suo discorso: è il discorso di un presidente del Consiglio che deve tenere insieme un governo molto complesso.
Se Gentiloni assumesse la leadership del centrosinistra il suo contributo al Paese, all’Italia e a tutto il centrosinistra sarebbe molto più importante perché egli sarebbe liberato da tutte le scorie e appesantimenti che oggi probabilmente gli hanno reso molto molto più difficile dare le risposte alle domande che gli abbiamo fatto.
Ma il solo fatto che abbia lasciato aperte le risposte, e questo lo esprime quotidianamente con la sua vita istituzionale, è una buona notizia.
Sono certo che lavoreremo nei prossimi giorni con il Governo per risolvere le questioni che sia io che il sindaco di Bari gli abbiamo rivolto.
Di questo sono particolarmente soddisfatto: sia dei preliminari, che del discorso ufficiale che di quel che si dice dopo. L’insieme di questi elementi mi incoraggia e mi dà fiducia”.
Sul ricorso alla Corte costituzionale sulla legge sulla Partecipazione, Emiliano ha aggiunto:
“Sono convinto che quando dimostreremo che la nostra legge è identica a quella della Toscana – e tutto sommato non dice altro che vogliamo discutere anche delle grandi infrastrutture nazionali quando esse toccano la Puglia – penso che il Governo nazionale facilmente comprenderà che non c’è nessun problema costituzionale. In ogni caso i ricorsi alla Corte costituzionale li facciamo anche noi contro le leggi nazionali: non bisogna drammatizzarli”.
Commenta la giornata con un post su facebook anche il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini: “Sono a Bari, per la prima volta assisto all’apertura della Fiera del Levante. Interventi densi, appassionati, convincenti – pur nella dialettica e confronto – di Antonio Decaro Sindaco di Bari, Michele Emiliano Presidente di Puglia, Paolo Gentiloni Presidente del Consiglio.
Mi ha colpito la freddezza emotiva della sala che ha assistito attenta ma senza pathos alla cerimonia.
Forse il segnale di un rapporto fiduciario compromesso tra classe dirigente – quella che riempiva la sala – e massimi rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali.
Senza condivisione di senso e destino, senza consapevolezza dei propri limiti e di una responsabilità collettiva, non c’è legge di bilancio che possa innescare una ciclo economico di sviluppo duraturo per il Paese ed il Sud.
È lo spirito nazionale che ci tiene unito come comunità che dobbiamo mettere al centro delle politiche pubbliche. Oggi ovunque pare affermarsi invece l’idea di un confronto divisivo che afferma l’illusione di un rinascimento nazionale affidato esclusivamento alla suggestione di una leadership o all’appeal di un simbolo.
Un’illusione, appunto”.
Molto duro l’intervento di Paolo Pagliaro, dirigente nazionale di Forza Italia: «A parte la passerella di rito in un evento, La Fiera del Levante, che è un inutile spreco di soldi, al Presidente Gentiloni vorrei chiedere chiarimenti sui 900mila posti di lavoro che ha recuperato in 3 anni, anche la matematica diventa una scienza inesatta con questo Governo che, millantando numeri, pensa di convincere gli italiani. – Afferma Paolo Pagliaro dell’ufficio di Presidenza Nazionale di Forza Italia – Ed è ancora più curioso quando dice che “la nostra crescita è superiore alle aspettative e alle stime economiche, e che mai come ora, negli ultimi anni, ci sono le condizioni di crescita per il mezzogiorno che deve aprirsi a nuovi investimenti”, sarebbero per caso TAP oppure le Trivelle che vogliono imporci gli investimenti nuovi? Questo significa avere la faccia tosta, deturpano il nostro territorio, lo lasciano in mano alle multinazionali ma fanno finta di nulla. E poi parla del Mezzogiorno, ma quale Mezzogiorno, quello che si ferma a Bari? Come l’autostrada, il frecciarossa e in futuro l’alta velocità ? – Continua Pagliaro – Sono parole di circostanza, concetti, che evaporano di fronte alla realtà del mondo del lavoro che è in ginocchio proprio a causa delle loro politiche. Fa piacere l’ottimismo ma l’unica possibilità di crescita per il nostro Paese passa dal mandare a casa questo Governo del nulla, votato da nessuno. Non c’è mai limite al peggio. Infine – conclude Pagliaro – non è per infierire, ma usare le parole di Don Tonino Bello e ricordarlo come il Sindaco di Molfetta è alquanto melodrammatico; Gentiloni… ma mi faccia il piacere!».
“Da Gentiloni solo una monotona litania sulla fuoruscita dalla crisi e sulla rivendicazione dei successi inesistenti suoi e di Renzi – tuona il consigliere Ernesto Abaterusso – Dichiarazioni vuote, quelle del premier, che dimostrano la lontananza del suo governo da quelli che sono i problemi del Mezzogiorno e della Puglia. L’Italia, grazie a lui ed al suo predecessore, è l’ultimo paese d’Europa quanto a crescita. In Italia nell’ultimo triennio è raddoppiato il numero delle persone entrate nella fascia di povertà, 7,2 milioni. Oltre 11 milioni di italiani non si curano più perché non hanno i mezzi o perché le strutture sanitarie non ce la fanno. La disoccupazione giovanile non è affatto diminuita, anzi è aumentata. Soprattutto quella intellettuale.
Nel Mezzogiorno la situazione è tre volte peggio che nel centro-nord.
Da questa situazione non ne usciamo con i bonus o/e con le agevolazioni.
Ci vuole un Piano straordinario di investimenti per il Sud. Messa in sicurezza delle scuole, infrastrutture stradali e ferroviarie, un grande piano di prevenzione e manutenzione del territorio e del suo aspetto idrogeologico e di valorizzazione del patrimonio artistico e monumentale dei centri storici e di promozione dei nostri beni naturali, paesaggistici e ambientali nel quale impegnare giovani laureati. Invece di vendere fumo, il governo ed i suoi rappresentanti si impegnino a stanziare 20 miliardi già in questa legge di stabilità da destinare a tale piano.
Proprio i 20 miliardi che negli ultimi tre anni sono stati sprecati in bonus che non hanno prodotto nulla di positivo.
Di questo hanno bisogno il Mezzogiorno e la Puglia, non della presenza dei petrolieri, amici di questo governo.
Se nella prossima legge di stabilità di tutto ciò non ci sarà traccia, Articolo Uno-Mdp prenderà le necessarie distanze da quello che insieme al precedente si sta rivelando un governo nemico del Mezzogiorno”.
Garcin