LECCE – «Devo esprimere apprezzamento per la decisione assunta dal Sindaco Carlo Salvemini e dalla Giunta di non costituirsi in giudizio per resistere al ricorso proposto dai consiglieri pretermessi nell’atto di proclamazione degli eletti al Consiglio Comunale». E’ la dichiarazione dell’avvocato Pietro Quinto, difensore di alcuni candidati al Consiglio Comunale di Lecce, che hanno proposto ricorso al TAR.
Si tratta di un atto di imparzialità amministrativa – sottolinea l’avvocato Quinto – atteso che l’oggetto del contendere non incide sulla elezione a sindaco di Carlo Salvemini e sugli interessi istituzionali dell’Ente Comune. Oggetto del contendere è la corretta interpretazione dell’art. 73 co. 10 del T.U. degli Enti locali afferente l’attribuzione del premio di maggioranza in un sistema elettorale misto, che deve garantire in egual misura il principio di governabilità ed il principio di rappresentatività.
Sarà quindi il Giudice Amministrativo il prossimo 11 ottobre a dirimere la questione interpretativa della norma di riferimento, con una decisione di merito tempestiva.
Al di là del caso specifico – continua l’Avv. Quinto – la vicenda elettorale leccese, così come sfociata all’attenzione del TAR, costituisce un’ulteriore dimostrazione dell’essenzialità della giustizia amministrativa, giudice del corretto esercizio del potere e della legittimità dell’agire della P.A..Questa sottolineatura, che trova riscontro in una scelta fondamentale della Carta Costituzionale, va ribadita nel momento in cui, con qualche superficialità e a più riprese, si contesta in termini economicistici il ruolo dei TT.AA.RR. nella vita istituzionale del nostro Paese e si dimentica che il valore della giustizia vale molto di più di qualche punto di PIL contrariamente a quanto sostenuto da due ex presidenti del Consiglio e anche di recente in occasione di una riunione politica a Lecce.
Ed invece, coloro che gestiscono la cosa pubblica, proprio al fine di salvaguardare le esigenze della produttività del Paese e nel contempo assicurare i mezzi di tutela per il cittadino, dovrebbero impegnarsi per far funzionare al meglio il sistema giustizia, realizzando quell’obiettivo scolpito nelle aule dei Tribunali, ma che rimane tutt’ora un’aspirazione piuttosto che una certezza: la legge è uguale per tutti.