Campagna elettorale in itinere (negli ultimi 4 anni): Aprile 2014 Bonus di 80 euro – Maggio 2014 elezioni europee; Novembre 2016 Bonus Giovani di 500 euro – Dicembre 2016 referendum costituzionale; Gennaio 2018 Reddito d’inclusione – Febbraio 2018 elezioni politiche e gli italiani continuano ad accettare quanto loro viene propinato dagli attuali governanti.
La sinistra continua a mangiare la polpa per dare l’osso ai cittadini, che continuano a cascarci?
Il reddito d’inclusione è l’ultima spiaggia dei nostri governanti, la contropartita agli italiani per la legge sullo Ius soli? È il premio di consolazione all’indignazione degli stupri islamici? È la legge che verrà “scambiata” con il voto degli stranieri? Ma gli italiani sono forse così stupidi?
Il Reddito d’inclusione spetterà solo a 500 mila famiglie povere (circa un terzo di quelle effettive) con precedenza alle famiglie con figli minori o disabili, donne in gravidanza e disoccupati di età superiore a 55 anni, che potranno fare domanda da dicembre 2017 per usufruirne dal 1° gennaio 2018 e vi accederanno se l’ISEE non supererà € 6.000, l’indicatore ISR € 3.000, il patrimonio immobiliare, esclusa la prima casa, € 20.000 (€ 6.000 per i nuclei familiari composti da una persona, € 8.000 da due persone), il patrimonio mobiliare € 10.000. Si compone di due parti: l’assegno mensile, di importo variabile al variare del numero dei componenti il nucleo familiare ed il progetto personalizzato di reinserimento sociale e lavorativo. Il REI verrà caricato su una Carta attraverso la quale la metà potrà essere prelevato per contanti e metà speso in negozi convenzionati. Totale della spesa circa 1,7 miliardi di euro a fronte dei 4,6 miliardi previsti dal Def per l’accoglienza degli immigrati (spesa inizialmente prevista per 3,2 miliardi poi aumentata).
La gestione dei flussi migratori costa sempre di più, mentre il reddito d’inclusione è solo un terzo delle spese previste per gli sbarchi. In altre parole il Governo spende per gli immigrati quasi tre volte di più di quanto spende per alcune delle famiglie povere italiane.
In Italia si trattano meglio gli invasori degli stessi “indigeni”. Si, degli indigeni. Perché probabilmente i nostri governanti, poco più di 500 anni dopo, pensano di noi italiani quello che pensò Cristoforo Colombo quando sbarcò in America nel 1492. Ma i tempi sono cambiati. Spero.
Facciamo due conti. Il costo di un immigrato è di 35 euro al giorno per un adulto (45 per i minori) per un totale di 1.050 euro mensili per un adulto (300 euro in più per i minori), mentre al “povero nativo italiano” vanno 190 euro mensili per un massimo di 18 mesi.
La discriminazione c’è, ma a danno degli italiani e “l’assistenzialismo” (di circostanza) del modico reddito d’inclusione non risolverà il problema della povertà nel nostro Paese. E tutto ciò che fanno gli illuminati di sinistra è affermare che non è giusto contrapporre la povertà italiana a quella degli immigrati perché, in tal modo, il rischio di fomentare il razzismo aumenta.
È evidente come la sinistra alla realtà preferisca l’ideologia, perché tale sistema concettuale costituisce una base di partenza solida per l’ipocrisia e la demagogia. Infatti attraverso l’ideologia diviene perfino possibile fare “beneficienza” con i soldi degli italiani (anche dei meno abbienti) esortando all’accoglienza dei migranti, per poi stanziarli nelle già disperate periferie delle grandi città italiane, accusando di razzismo gli italiani che lì vi abitano e che già vivono in condizioni spesso al limite della decenza. Ma è evidente che la vera preoccupazione della sinistra sono i voti delle prossime elezioni e non gli italiani. Voti che stanno cercando di rastrellare a tutti i costi.
E il prezzo che gli italiani stanno pagando è davvero smisurato. Di questo passo quello italiano sarà un popolo di contemporanei, senza antenati e senza posteri, senza memoria e senza vaticinio.
Aveva ragione Indro Montanelli.
Flavio Carlino