F.Oli.
SPECCHIA (Lecce) – Trasferimento in una casa protetta fuori Regione e convalida del fermo per la sola accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dai futili motivi e dalla crudeltà. Il gip del Tribunale per i Minori Ada Colluto ha condiviso quasi integralmente la ricostruzione del pubblico ministero Anna Carbonara sull’omicidio della studentessa Noemi Durini. Niente sconti, nessuna clemenza per L.M., il 17enne di Montesardo (frazione di Alessano), omicida reo confesso della ragazza di Specchia. Il giudice non ha accolto la richiesta della difesa (rappresentata dagli avvocati Luigi Rella e Paolo Pepe) di non convalidare il fermo in virtù della mancanza del pericolo di fuga e delle precarie condizioni psicofisiche del minore. “Va curato. Ha problemi” aveva dichiarato ieri subito dopo l’udienza di convalida l’avvocato Rella. Un appello lanciato dai microfoni e rivolto ad un ragazzo descritto come molto provato e pentito per l’accaduto e guardato a vista dalle guardie carcerarie. L.M. non ha voluto replicare davanti al gip. Tecnicamente si è avvalso della facoltà di non rispondere. Forse per non andare in confusione. O per non rischiare di contraddirsi e non svelare altri dettagli che potrebbero spostare l’attenzione degli investigatori su altre dinamiche.
DUBBI E PERPLESSITA’ – Al netto degli sviluppi d’indagine che dovranno accertare dinamica, movente e modalità dell’omicidio della studentessa di 16 anni, in questi giorni dichiarazioni, testimonianze, accertamenti medici e impressioni raccolte a Specchia inducono a tenere aperti altri fronti investigativi. Un dato suffragato dalla decisione del gip che non ha convalidato il fermo di L.M per l’accusa di occultamento di cadavere. Tale orientamento si presta a molteplici chiavi di lettura. Per questo tipo di reato non è previsto il fermo tecnicamente. Si affacciano, però, nell’indagine altre figure rimaste finora sullo sfondo? O le modalità dell’occultamento del cadavere sono state talmente approssimative che il gip non ha ritenuto di valorizzare gli elementi raccolti dagli investigatori per convalidare il fermo anche per l’accusa di occultamento di cadavere? A monte, poi, potrebbero esserci alcune valutazioni tecniche fondate sul mancato deposito dei carabinieri delle foto del sopralluogo sulla scena del delitto. Vicenda quanto mai fluida.
FIGURA DEL PADRE DEL 17ENNE – Alcune dichiarazioni, però, hanno concentrato i dubbi sulla figura del padre di L.M. L’uomo è indagato a piede libero per i reati di sequestro di persona e occultamento di cadavere. Si tratta di un atto dovuto dopo il sequestro dll’auto utilizzata per accompagnare Noemi sul luogo dell’omicidio. Il figlio dell’uomo, però, nei vari interrogatori e ascolti che si sono succeduti nei giorni scorsi, non ha mai fatto cenno al padre su un presunto coinvolgimento nell’eventuale pianificazione e realizzazione dell’omicidio. Il padre di Noemi, però, in un’intervista andata in onda venerdì sera su Quarto Grado ha focalizzato accuse, astio e risentimento nei confronti di B.M. Nell’intervista, il genitore della studentessa ha dichiarato più e più volte che il vero “responsabile dell’omicidio sarebbe il padre del fidanzato di sua figlia”. Davanti alle telecamere l’uomo ha persino commentato che “se quel ragazzo me lo trovassi di fronte lo abbraccerei”. La figura del padre del fidanzato reo confesso è piuttosto controversa. Descritto come una persona irascibile, con un passato con qualche guaio con la giustizia, nella frazione di Montesardo godeva del rispetto che una piccola comunità riserva solitamente a personalità dotate di un forte carisma.
IL SUO RUOLO NELLA VICENDA – La sagoma dell’uomo comparirebbe nelle immagini di una telecamera di un’abitazione privata che sorge a pochi metri da casa di Noemi. Il proprietario di casa ha dichiarato che si vedevano due persone discutere con Noemi all’uscita di casa in maniera piuttosto convitata. Poi la ragazzina sarebbe salita a bordo della Fiat 500 di proprietà della madre del 17enne. Il secondo uomo (quello più grande e più prestante) era effettivamente il padre dell’assassino? E se fosse effettivamente lui nei minuti successivi che ruolo avrebbe avuto in questa vicenda? L’uomo non sapeva nulla? O ha aiutato il figlio ad eliminare le prove ? Ancora: era presente sulla scena del delitto? La ricostruzione del ragazzo non aiuta a sciogliere i dubbi. L.M. ha raccontato di aver ucciso Noemi con un coltello e poi a colpi di pietre ma la Tac non ha rilevato sul cranio della ragazzina lesioni compatibili con ferite da arma da taglio. Allora perchè il giovane parla di un coltello mai ritrovato e del tentativo della fidanzata di sterminare la sua famiglia? Il giovane nasconde qualcosa o qualcuno? Fondamentali accertamenti tecnici, analisi dei tabulati e delle celle telefoniche. Il giallo di Specchia deve ancora accertare tante pagine ancora bianche. L’autopsia fissata per sabato potrebbe rappresentare un ulteriore passo in avanti.