di Gaetano Gorgoni
LECCE – In mattinata è giunto in aula l’esito del riequilibrio di bilancio annuale, affrontato l’8 agosto in un Consiglio comunale, in cui emergevano situazioni debitorie per «importi presuntivi» pari a 7 milioni di euro. Lo squilibrio accertato è aumentato: è di 7,8 milioni. La battaglia in Commissione Bilancio è stata caratterizzata da toni molto aspri, ma alla fine la maggioranza ha approvato il riconoscimento dei debiti e il piano per risanare le casse, senza convincere gli ex amministratori, che hanno votato contro. Il dibattito infuocato, già verificatosi in Commissione, è stato replicato in Consiglio. Gli ex amministratori non riconoscono l’entità dei debiti, perché la maggior parte della cifra totale è rinegoziabile.
La maggioranza, però, va dritta per la sua strada e utilizza i numeri a suo favore (21 voti favorevoli su 29 presenti): passa la manovra di riequilibrio con il riconoscimento della cifra individuata dai dirigenti comunali dei vari settori interessati, ovvero circa 8 milioni di euro. La minoranza di centrodestra non resta compatta e Grande Lecce (gruppo che fa capo al deputato Marti, formato da due consiglieri alle prime armi, che hanno voluto rivendicare la propria autonomia), vota a favore della delibera di maggioranza: un vero smacco per Paolo Perrone.
«Il Consiglio Comunale è chiamato a riconoscere questo debito fuori bilancio, già riconosciuto dai giudici – spiega il sindaco Carlo Salvemini – Se c’è un punto incontestabile è che due milioni e mezzo circa di debiti fuori bilancio arrivano da sentenze. Questa maggioranza ha numeri e autorevolezza per procedere col voto. Non c’è nessuna voglia di tirare fuori debiti assegnando un significato diverso da quello che hanno. La somma sarà sottoposta a transazione: si rinvia ai dirigenti la rinegoziazione. È stata trasmessa al sindaco una censura politica: quella di aver voluto costituire una situazione di allarme ai fini di propaganda. In realtà, è stata fatta una verifica di cassa per chiarire lo stato di liquidità del Comune di Lecce. Quindi, siamo chiamati a riconoscere il debito emerso e poi a procedere alle transazioni».
Diversa la linea della minoranza, illustrata da Bernardo Monticelli Cuggiò «I tre milioni di spese legali degli avvocati sono più sensazionalismo giornalistico, perché sarebbe stato necessario verificarli meglio». Monticelli Cuggiò contesta anche l’utilizzo di fondi governativi per coprire questi debiti (fondi attrattori culturali). Nel buco comunale rientrano anche i debiti verso la società partecipata Sgm, che ha chiesto un milione di euro per i maggiori costi dovuto all’esercizio viario, ma ci sono molti dubbi su questo importo e il capogruppo di Lecce Città del Mondo chiede di eliminarlo dall’elenco. Poi, c’è il contenzioso con la ditta Pisacane, dove è soccombente l’Ufficio Lavori Pubblici del Comune di Lecce, per la manutenzione straordinaria: secondo Cuggiò, la transazione non è stata adeguata.
«Ci sono debiti fuori bilancio (2,5 milioni), che in realtà sono 1,3 milioni, ma eliminando le voci oggetto di una valutazione negoziata (visto che ci sono decreti ingiuntivi diventati esecutivi per mancata opposizione) saranno molto inferiori – spiega il capogruppo di Lecce Città del Mondo – Per questo invocavo una maggiore collaborazione e responsabilità nel verificare singolarmente le posizioni fuori bilancio, che ammontano a meno di 2,5 milioni. in questo caso avreste avuto la nostra collaborazione». La legge parla chiaro: l’articolo 194 T.U. enti locali impone che si riconosca la legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti da: sentenze esecutive; copertura di disavanzi di consorzi, di aziende speciali e di istituzioni; ricapitalizzazione; procedure espropriative o di occupazione d’urgenza per opere di pubblica utilità; acquisizione di beni e servizi. «Per il pagamento, l’ente può provvedere anche mediante un piano di rateizzazione, della durata di tre anni finanziari, compreso quello in corso convenuto con i creditori» – recita il secondo comma dell’articolo.
Gaetano Messuti sposa le considerazioni di Monticelli: «Oggi finisce la luna di miele, fine della propaganda e della campagna elettorale. I pagamenti a prima richiesta non si possono fare. Il buon amministratore tratta il debito. Rivolgerò un interpello al segretario comunale per capire se rientrano tra le tipologie del debito fuori bilancio delle sentenze passate in giudicato e un decreto ingiuntivo esecutivo, regolarmente opposto e pendente in opposizione». Secondo l’ex vicesindaco, non esiste un passaggio in giudicato tale da determinare che quel debito rientri nelle ipotesi dell’articolo 194. Il segretario risponde che è possibile considerare un decreto ingiuntivo alla stessa stregua di una sentenza passata in giudicato. «Abbiamo chiesto maggiore chiarezza, ma siccome non c’è stata Fratelli d’Italia vota contro» – ha spiegato il capogruppo Michele Giordano.
«Non contestiamo la legittimità di queste iniziative, ma contestiamo il fatto che, probabilmente, prima di sottoporre all’amministrazione una passività di questa portata, bisogna capire se sia veramente questa l’entità del debito, circa 8 milioni di euro – chiosa Paolo Perrone – Ci si è rifatti solo alle richieste che provenivano dai nostri creditori. Non si è verificato se le parcelle chieste dai legali applichino il massimo consentito e, quindi, se ci fosse la possibilità di abbassare notevolmente quel credito. Noi riconosciamo a Sgm le spese per il personale: 536 mila euro, ma non è stato assunto nessuno, sono solo stati spostati degli uomini sul filobus. Inoltre, ci sono più 220 mila euro per i filobus, che non fanno corse nuove, ma sostituiscono quelle vecchie. Se Sgm ha gestito male la situazione, perché la dobbiamo pagare noi? Dobbiamo pagare anche 168 mila euro di spese generali? che cosa significa, se paghiamo già logistica e tutto il resto? Abbiamo già pagato tutto quello che è un costo in più. Se fosse stata una richiesta fatta alla nostra famiglia, avremmo risposto con questa superficialità? Per questo votiamo contro. Vi state sbracando: riconoscete costi non dovuti!».
La maggioranza replica che l’opposizione di centrodestra sta mettendo in scena un teatrino. «Abbiamo smascherato quello che in campagna elettorale il centrodestra definiva un bilancio inattaccabile – spiega il consigliere Fragola – Abbiamo smascherato una delle tante balle del centrodestra. Smettiamola di intimidire i nuovi consiglieri. Siamo tutti professionisti consapevoli di quello che facciamo». Antonio Torricelli, presidente Commissione Bilancio del Pd, ricorda «le centinaia di migliaia di euro di debiti pagati dalla precedente amministrazione perché si è perso tempo nell’approvare i debiti fuori bilancio». «Tu hai fatto pagare debiti fuori bilancio su semplici richieste di adempimento – attacca il presidente della Commissione Bilancio Pd, rivolgendosi a Perrone – Hai protratto appalti illegittimamente. Gli equilibri di bilancio devono essere approvati entro il 31 luglio. Il prefetto sta già tollerando. Giocarsi una partita politica su debiti accertati dai nostri e vostri dirigenti mi sembra assurdo. Le fonti di legalità sono quelle dell’Ufficio Legale del Comune e dei dirigenti».
Anche il capogruppo Pd, Antonio Rotundo, ha attaccato duramente l’ex sindaco: «Sei passato alla storia per aver scaricato tutte le responsabilità dei debiti su Adriana Poli Bortone e adesso te la prendi con noi per un buco che riguarda la tua amministrazione e che è certificato da ufficio legale e dirigenti. Tu hai sempre votato l’approvazione di debiti per sentenze non definitivamente esecutive. I quattro debiti fuori bilancio devono essere riconosciuti». «Riconosciamo un debito che è solo frutto di inadempienze economiche della amministrazione di Perrone – commenta vicepresidente del Consiglio, Marco Nuzzaci – Se i debiti dell’avvocatura sono così vecchi e così rinegoziabili, perché non ha provveduto la precedente amministrazione?».
La maggioranza, alla fine, riesce a far passare la delibera sullo squilibrio e incassa l’appoggio di Grande Lecce: il centrodestra continua a scricchiolare senza una vera unità. Si definisce «incredulo», il segretario provinciale forzista, Paride Mazzotta, dopo la scelta di Grande Lecce di votare a favore degli equilibri di bilancio. «La maggioranza pensa di continuare a comportarsi come se stesse in minoranza, cercando di non risolvere i problemi della città, ma gonfiando i presunti debiti per far capire che governare sarà difficile. Penso che, comunque, alla luce delle scelte di Grande Lecce, sia opportuna una riunione chiarificatrice all’interno del centrodestra, per capire meglio le posizioni dei vari gruppi consiliari».