F.Oli.
LECCE – Niente domiciliari per Pasquale Gorgoni. Il gip Giovanni Gallo ha rigettato l’istanza di domiciliari per il funzionario dell’Ufficio Patrimonio di Palazzo Carafa in carcere da metà maggio per lcuni episodi corruttivi nell’inchiesta sulle presunte truffe con i fondi Antiracket. Il legale Amilcare Tana aveva avanzato richiesta di domiciliari in virtù della mancanza di un rischio di inquinamento probatorio e della possibilità di reiterare il reato dopo la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari.
Nella propria ordinanza, il giudice si è soffermato sulla compatibilità delle condizioni di salute di Gorgoni (afflitto da patologie cardiache) con il regime carcerario. Un aspetto affrontato dal gip nonostante non si faccia alcun cenno nell’istanza della difesa. Il funzionario di Palazzo Carafa si trova sempre ricoverato presso il Centro diagnostico e terapeutico della casa circondariale di Bari per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute, questione delicata e già affrontata di recente a colpi di consulenze e perizie. Lo stato di salute di Gorgoni sarebbe poi minato da una consulenza stilata da un equipe di psicologi che avrebbe accertato uno stress psicofisico.
Gorgoni è accusato di peculato, truffa aggravata, corruzione e falso. Secondo le indagini condotte dai militari del Nucleo di polizia tributaria di Lecce, il funzionario sarebbe rimasto coinvolto in una serie di episodi corruttivi per alcune decine di migliaia di euro. Subito dopo l’avviso di conclusione delle indagini preliminari ha chiesto e ottenuto di essere interrogato. Davanti ai pubblici ministeri, titolari del fascicolo d’indagine, ha ammesso di “aver fatto un errore ma di non aver mai intascato soldi”. Per il gip, nell’ordinanza di rigetto, l’interrogatorio si sarebbe rivelato un mero chiarimento. Nulla più.