Roberta Martucci: a 18 anni dalla sua scomparsa riaperta nuovamente l’indagine

Francesco Oliva

TORRE SAN GIOVANNI (Lecce) – Nuove indagini nell’inchiesta sulla scomparsa di Roberta Martucci. In un giorno funestato dal tragico ritrovamento della 16enne Noemi Durini irrompe un altro caso irrisolto da anni su cui la Procura ha nuovamente riacceso i riflettori. Il fascicolo è relativo alla scomparsa della 28enne di Torre San Giovanni, il cui corpo non è mai stato ritrovato, a distanza di 18 anni. Di recente, il gip Simona Panzera ha accolto la richiesta del procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone di riaprire il caso e disporre nuovi accertamenti in virtù di un’istanza depositata nei giorni scorsi a firma dell’avvocato Carlo Grasso e delle criminologhe Roberta Bruzzone e Isabel Martina. Le indagini sulla scomparsa della giovane si sono a lungo impantanate imboccando un tunnel (al momento) senza via d’uscita. In tutti questi anni il fascicolo è stato chiuso e riaperto più e più volte. Chiuse nel 2001; riaperte nel 2005; archiviate nuovamente nel 2015.

Nei giorni scorsi l’avvocato Grasso insieme alle due criminologhe hanno depositato una nuova istanza. Dopo due anni di lavori e aver analizzato tutti i fascicoli, le attenzioni si sarebbero soffermate su alcune persone che avevano una certa familiarità con Roberta e che conoscevano le sue abitudini e le sue amicizie. Finora, gli accertamenti si sono concentrati sulle amiche di Roberta. Sullo sfondo un possibile depistaggio rappresentato dal ritrovamento della Fiat Uno (l’auto utilizzata da Roberta la sera della scomparsa) trovata a metà strada far le abitazioni due amiche. Un tentativo per spostare le attenzioni sulle due ragazze per allontanare i sospetti dai reali responsabili?

Roberta Martucci è scomparsa nel nulla il 20 agosto del 1999. Quella sera di 18 anni fa Roberta uscì dalla sua abitazione di Torre San Giovanni (frazione di Ugento) per raggiungere un’amica a Gallipoli. Da quel momento, di lei non si è saputo più nulla. Vani tutti i tentativi della madre Concetta Nuzzo di contattarla telefonicamente. Un primo indizio apparve solo quattro giorni dopo quando venne ritrovata l’auto. Tre anni dopo, una lettera anonima rispolverò un fascicolo ormai ingiallito: nella missiva si consigliava di cercare la verità fra le amiche. Poi tanti silenzi e l’appello continuo dei familiari che hanno sempre invocato la riapertura del caso sollecitata dagli stessi familiari di Roberta.