SOGLIANO CAVOUR (Lecce) – Una love story sbocciata in carcere, alimentata da viaggi di “piacere” per trasportare carichi di droga per le strade d’Italia. Tra i due innamorati, però, c’è il classico insospettabile. Anzi un’insolita insospettabile. Si chiama Laura Gemma ed è un’agente di polizia penitenziaria in servizio presso il carcere di Genova. La donna è stata raggiunta dalla misura interdittiva della sospensione dall’attività per i prossimi sei mesi. Proprio tra le sbarre sarebbe sbocciato l’amore con uno dei maggiori esponenti della presunta organizzazione detenuto in quel periodo in Liguria.
E per questioni di cuore Laura Gemma aveva anche ottenuto il trasferimento nel carcere di Lecce non appena il suo uomo venne trasferito. A volte l’agente si sarebbe anche assentata dal posto di lavoro presentando certificati medici. In altri casi avrebbe accompagnato l’esponente di spicco in viaggi e spostamenti contestuali al trasporto di sostanze stupefacenti affiancandolo anche in altre attività illecite (quali furti di gasolio) per le quali svolgeva la funzione di palo. Un episodio, raccolto dagli investigatori, fotografa l’intreccio tra una donna in divisa ed un uomo abituato a viaggi di piacere per tradurre il peso della droga nel profumo dei soldi. E’ in occasione di una visita fiscale. Il medico bussa alla porta di casa della donna ma non trova nessuno. Così Laura Gemma chiede al compagno di procurarle uno scontrino fiscale della farmacia per dimostrare che a quell’ora si era allontanata da casa per acquistare delle medicine.
Scrive il gip: “E che tale consapevolezza non debba e non possa essere confinata nella mera connivenza ma assurga a contributo casualmente rilevante deriva da due ragioni. La prima è che la Gemma accompagna sovente l’esponente durante i viaggi nel corso dei quali viene trasportata sostanza stupefacente che la stessa Gemma concorre ad occultare tenendola addosso; né si esime nel corso di uno di questi viaggi a concorrere, fungendo da palo, nella esecuzione di un furto di gasolio. La seconda ragione è riconducibile alla qualità di pubblico ufficiale della Gemma che, come detto, svolge servizio a Genova quale agente della polizia penitenziaria, qualità che impone alla Gemma di denunciare i fatti di sua conoscenza”.