LECCE – “Quello non è un Consiglio Comunale: alla luce di quattro sentenze del Tar è illegittimo. Abbiamo deciso di astenerci, a meno che non si tratti di provvedimenti vitali per la città”. Il commento a caldo del capogruppo di Fratelli d’Italia, Michele Giordano, è tranchant. Il centrodestra leccese è tornato ad essere compatto: viene rispolverata la strategia dell’Aventino. Tutta un’ala di Palazzo Carafa è vuota: la minoranza, che per il Tar è maggioranza, non si presenta in Consiglio. La presidente Paola Povero esprime amarezza, ma va avanti. Partono i comunicati unitari. “Il centrodestra leccese è rispettoso delle istituzioni – spiega Mauro Giliberti in un comunicato condiviso da tutta la sua coalizione – Partecipa ai lavori delle commissioni e non ha fatto mancare l’impegno in aula. Il centrodestra leccese è altrettanto rispettoso della magistratura amministrativa. Ben quattro sentenze hanno sancito la illegittimità di questa assise. Non faremo mancare la nostra presenza ai lavori preparatori, svolti in commissione, in attesa del primo consiglio legittimo, seguente alla decisione del Consiglio di Stato.
Non vi è alcuna urgenza, nei punti all’ordine del giorno, che comporti la convocazione di questo Consiglio, che pare voler forzare, con arroganza, i tempi della giustizia. Chiediamo pertanto ai colleghi consiglieri di avere il nostro stesso rispetto per la magistratura, per agevolare il clima di pacificazione in città”. Fino al 9 novembre la situazione è destinata ad andare avanti così: comunicati al vetriolo e rifiuto di legittimare l’Assemblea.
Carlo Salvemini stigmatizza questo atteggiamento: “In loro assenza abbiamo deliberato il parere sfavorevole di compatibilità urbanistica del gasdotto SNAM TAP, in previsione della conferenza dei servizi convocata a Roma presso il Ministero della Sviluppo Economico lunedì 23 ottobre:
un provvedimento d’urgenza di rilevanti significati per quel che riguarda il nostro paesaggio, trattandosi di un’opera che attraversa per oltre 22 km il nostro territorio, lambisce 6 siti SIC, prevede l’espianto ed il reimpianto oltre 3.000 ulivi.
Basterebbe questo per significare la insensatezza di una decisione sorprendente.
Ma c’è altro.
Viene artificiosamente alimentata una rappresentazione inesistente: quella di una maggioranza che siede in consiglio per una sorte di golpe che ha lacerato gli animi della città al punto da sollecitare sforzi per giungere ad una tregua politica, ad una pacificazione. Che non ha ragion di essere invocata in quanto Lecce è serena, vive con rispettosa attesa le decisione del Consiglio di Stato, ha espresso con voto popolare la volontà di essere governato da un nuovo sindaco e una nuova coalizione.
Ricordo a Mauro Gilliberti – firmatario un comunicato a nome di tutti i colleghi del centrodestra – che cultura istituzionale significa avere rispetto della decisione delle decisioni dell’Ufficio Elettorale Elettorale Centrale presieduto da un magistrato; e non come è stato fatto il 30 luglio non partecipando al voto sulla delibera di proclamazione degli eletti in consiglio comunale; significa avere rispetto del provvedimento cautelare del Consiglio di Stato di venerdì scorso che restituisce efficacia agli atti annullati al fine di rendere possibile l’ordinario funzionamento degli organi; e non come è stato fatto oggi disertando una seduta di un consiglio comunale assolutamente legittima.
Vivo queste decisioni con stupore e amarezza.
Perché esprimono un’idea del confronto politico impostato su sentimenti di risentimento, rabbia, rivalsa e non di rispettoso riconoscimento del voto degli elettori, del ruolo degli organi amministrativi e giurisidizionali, della funzione assegnata al sindaco e del consiglio comunale.
Fino al 9 novembre attenderemo le decisioni del Consiglio di Stato sentendoci impegnati a servire la città nell’interesse dei nostri concittadini e nel rispetto delle decisioni della giustizia amministrativa.
Senza perdere entusiasmo impegno, serenità, responsabilità.
Sempre considerando le forze del centrodestra avversarie e non antagoniste,
Lecce non ha bisogno di guerre immaginarie.
Lecce ha bisogno di senso dello istituzioni, rispetto della politica, spirito di servizio, cultura del confronto”.
Garcin