di Francesco Oliva
TORRE DELL’ORSO (Lecce) – Tre indagati eccellenti per la morte di Walter Neve Ventura, il turista 32enne originario di Paola (comune in provincia di Cosenza) ma residente a Livorno, deceduto il 3 settembre dopo una caduta dalla scogliera nei pressi di “Punta delle due sorelle” lungo la litoranea Torre dell’Orso-Sant’Andrea. L’accusa di omicidio colposo viene contestata a Marco Potì, sindaco di Melendugno; ad Antonio Nahi, comandante della polizia municipale e all’architetto Salvatore Petrachi, responsabile dell’ufficio tecnico comunale. L’iscrizione nel registro degli indagati si deve ritenere un atto dovuto per consentire di nominare un proprio consulente. I nomi dei tre indagati, infatti, compaiono nell’avviso di conferimento dell’accertamento tecnico non ripetibile notificato nelle scorse ore. Nella giornata di venerdì, il pubblico ministero Maria Rosaria Micucci, titolare del fascicolo d’indagine, conferirà incarico all’ingegnere Lelly Napoli, uno dei massimi esperti in materia, di eseguire una consulenza per accertare cause e dinamica del sinistro.
Il consulente effettuerà accertamenti tecnici sul telefonino della vittima per ricostruire l’esatto percorso effettuato. La consulenza servirà anche a sciogliere altri dubbi: stabilire il preciso punto in cui il ciclista è caduto. E per stabilirlo, l’ingegnere, con la documentazione acquisita in particolare quella amministrativa, dovrà segnalare eventuali omissioni o responsabilità degli indagati o di altri soggetti in relazione alla cura, manutenzione, segnaletica o interdizione della zona in cui si è verificato il sinistro. L’accertamento trova fondate giustificazioni nel “concreto pericolo che gli elementi necessari alla ricostruzione dell’incidente si disperdano e non siano altrimenti recuperabili in virtù del deterioramento dei veicoli, l’alterazione non evitabile dello stato dei luoghi, la cancellazione delle tracce lasciate”.
L’indagine è scattata pochi giorni dopo il decesso del ciclista. Su disposizione del pm, gli uomini della Capitaneria di Porto sequestrarono presso gli uffici del Comune di Melendugno gli atti e l’intero carteggio relativi alla messa in sicurezza della zona in cui si è verificato l’incidente. In tutta l’area vige un’ordinanza del 2014 che vieta il transito e la navigazione nello specchio d’acqua prospiciente per rischio idrogeologico.L’ordinanza era ancora in vigore? E, in tal caso, perché non è stata rispettata? I cartelli erano ben visibili per chi decide di avventurarsi in una zona comunque impervia e caratterizzata da un terreno soggetto a frane?
L’incidente si verificò lungo un sentiero non asfaltato che sfocia sull’orlo di un precipizio. Il turista si trovava in sella alla sua mountain bike quando perse il controllo della sua bicicletta probabilmente per una precaria tenuta del terreno caratterizzato da movimenti franosi. Il turista è scivolato finendo sulla massicciata sottostante. Le lesioni e le fratture riportate con un volo da un’altezza di quasi dodici metri si rivelarono fatali. Ventura era convolato a nozze solo pochi giorni prima e aveva deciso di trascorrere il viaggio di nozze proprio nel Salento in compagnia della moglie. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Luigi Rella, Giuseppe Corleto e Riccardo Giannuzzi e Alberto Durante. La moglie e la figlia dello sfortunato turista sono assistiti dall’avvocato Giulia Padovani del Foro di Pisa.