di Gaetano Gorgoni
LECCE – Uscire per poi tornare sotto forma di “quarta gamba”: il destino di Fitto non è ancora chiaro, ma potrebbe andare così. Un abbraccio forzato ai berlusconiani potrebbe rischiare di asfissiare Direzione Italia, ma non sembrano percorribili molte strade. L’unica alternativa per Fitto è convincere il gruppo di centristi con cui dialoga da tempo a correre in autonomia rispetto a Silvio Berlusconi. Insomma, non essere il suo partito satellite. In questi giorni hanno fatto discutere le aperture del leader di Forza Italia nei confronti di Fitto, ma si tratta solo di pragmatismo politico: nei sondaggi il centrodestra unito, senza perdere nemmeno i movimenti regionali, vince a mani basse. Quindi l’ex Cavaliere ha bisogno che la quarta gamba sia forte e coesa. Quagliariello, Direzione Italia di Fitto, Parisi e Udc sono pedine importanti da tenere dentro: Berlusconi lo sa, dunque lancia frasi distensive e messaggi di apertura.
Se la differenza con Salvini è di 1-2 punti, i berlusconiani con la quarta gamba fatta di partiti di centro potrebbero confermare la loro leadership all’interno del centrodestra. In settimana ci sarà un incontro tra Cesa e Berlusconi e saranno più chiare le cose. Il leader Udc è tentato dal quarto petalo berlusconiano, con Fitto, Costa, Quagliariello, Parisi e altri. Anche se i dirigenti dello Scudocrociato vorrebbero correre col proprio simbolo. Intanto, la politica del doppio forno di Salvatore Ruggeri lascia senza risposte non solo i fittiani, ma anche Michele Emiliano in Puglia. Il coordinatore regionale e tesoriere Udc per quanto tempo potrà stare a Roma con il centrodestra e in Puglia con Emiliano?
A LECCE IL CENTRODESTRA PROVA A RIMANERE COMPATTO
Hanno cantato vittoria troppo presto nel centrodestra leccese: i consiglieri che il TAR aveva reintegrato ora sono “congelati”. Bisognerà attendere il 9 novembre per conoscere le loro sorti. La riunione che era stata fissata però si è tenuta ugualmente. Rimettersi in piedi dopo addii, veleni e ripicche non è facile. Segretari, consiglieri eletti e congelati (17 in tutto) sono stati convocati da Gabellone nella sede di Forza Italia. Era presente il deputato Roberto Marti. La riunione si è conclusa alle 20:30. Gaetano Messuti e Mauro Giliberti assenti giustificati da impegni lavorativi. La linea nei confronti di Salvemini non sarà accondiscendente: opposizione costruttiva finché sarà possibile.
Ma il centrodestra è sempre meno coeso con gli uomini di Marti che votano addirittura contro la linea stabilita dalla coalizione e gli scontri sempre più frequenti tra fittiani. Ora, però, le elezioni politiche sono vicine e bisogna ricompattare la coalizione. Non sarà facile. Il 9 novembre il Consiglio di Stato sarà un tassello importante. “Il gruppo è molto unito: nessuno fuggirà a sinistra, nemmeno in caso di batosta al Consiglio di Stato. Nessuno è in vendita: è più probabile che ci sia qualcuno che voglia comprare” – spiega il capogruppo di Fratelli d’Italia, Michele Giordano. È stato firmato un documento unitario per darsi una linea comune.
Intanto, esplodono le polemiche degli esclusi dalla riunione odierna: Puglia Popolare e NCS. Per riparare al danno la riunione sarà allegata e la prossima volta ci saranno anche loro. Questo episodio è l’ennesimo segnale di un centrodestra che non sa più dialogare. “Alla luce della riunione degli eletti, cui non ho potuto partecipare per impegni lavorativi all’estero, accolgo con favore la decisione di tutti di allargare la riflessione al centrodestra intero, coalizione inclusiva che si appresta a dar vita ai suoi stati generali, aperti alla società civile” – commenta Mauro Giliberti. Secondo alcune indiscrezioni, Paride Mazzotta ha manifestato molte perplessità perché non gli piace questo immobilismo: lui chiede che si fissino delle linee comuni, degli obiettivi e dei progetti per la città. “Che senso ha dire che siamo uniti, se ci vediamo due volte al mese e non diamo un progetto a questa coalizione?”. Perplessità anche di Attilio Monosi, che si sente messo da parte e vorrebbe essere coinvolto di più, dopo 15 anni dedicati alla sua coalizione.
GLI SCONTENTI NON ELETTI
La scontentezza dilaga tra gli esclusi del centrodestra: Puglia Popolare e Noi con Salvini protestano apertamente. Attacca Leonardo Calò (Ncs) “Evidentemente si continua a confondere la parola coalizione con quelle di casa propria poiché, oggi, in quella ex-coalizione qualcuno così si comporta.
Il centrodestra che si riunisce oggi è solo un centro di interessi privati e privatistici di qualche consigliere alla ricerca di una sua utilità e/o visibilità o di qualche altro protagonista cittadino che, con ambizioni ben più alte, cerca di guadagnare il tempo utile per prendere la rincorsa verso altre postazioni.
In questi giorni, infatti, la parola d’ordine nei ranghi degli eletti è: nessuna fretta, lavoriamo per la città, attendiamo, collaboriamo; come se gli elettori di centrodestra gradissero l’idea di un aiutino a Salvemini, al PD ed a Emiliano; come se gli elettori del centrodestra gradissero le “larghe intese”! Come se giovasse a qualcuno nel centrodestra andare alle elezioni politiche con la sinistra al potere nella città di Lecce!”
Dura anche la reazione di Puglia Popolare: “Apprendiamo della convocazione per questo pomeriggio delle forze del centrodestra leccese, per definire le modalità degli Stati Generali che ci saranno tra pochi giorni. Con sorpresa constatiamo che nulla cambia e che alcune espressioni non sono state convocate, proprio come Noi! Prendiamo atto di ciò e convochiamo per domani pomeriggio, alle ore 19,00 presso la sede di Puglia Popolare in via Di Pettorano, 19, una riunione delle forze di coalizione che hanno da esprimere la propria opinione che oggi non sono state convocate. Ci vediamo costretti a ricordare e ribadire nuovamente in questa sede, come già fatto in altre, che proprio grazie all’impegno di quelle liste non convocate oggi si è arrivati ad esprimere un quorum del 52%, dato che ha determinato la così nota Anatra Zoppa! A chi anche oggi lavora per dividere e non per unire il centrodestra ricordiamo che il 2,12 %, tanto snobbato, prodotto da Lecce Popolare, ha fatto permesso che oggi ci siano ancora confronti e discussioni!
Abbiamo avuto l’adesione già della lista Noi con Salvini del coordinatore Leonardo Calò e i Popolari che fanno capo ad Antonio Lamosa e quei candidati che si sentono emarginati da questi metodi”.