LECCE – Dopo le bacchettate dei movimenti esclusi, che hanno parlato di atteggiamento elitario, il centrodestra leccese riavvolge il nastro e riparte. “Sabato 21 ottobre alle ore 11, presso l’Hotel Tiziano, si terrà una riunione di coalizione, aperta ai rappresentanti dei partiti e delle liste civiche che hanno partecipato alle elezioni e che si riconoscono in un progetto di centrodestra a Lecce”. Lo annuncia Mauro Giliberti con un comunicato stampa. La riunione dei 17 consiglieri eletti e “congelati” era stata convocata da Gabellone: gli esclusi, invece, hanno spiegato che solo il candidato sindaco su cui si è costruita una coalizione oggi può assumersi questi compiti.
“Sarà occasione per tracciare un bilancio sui primi 100 giorni dell’amministrazione Salvemini – Delli Noci e per avviare l’organizzazione degli Stati Generali del centrodestra che si terranno all’indomani della sentenza del Consiglio di Stato” – annuncia Mauro Giliberti.
Nonostante i 17 abbiano ribadito la fedeltà alla coalizione in un documento, i mal di pancia continuano. L’immobilismo di questi mesi e la mancanza di una strategia comune non ha convinto Forza Italia: Paride Mazzotta ha espresso diverse perplessità. Ma non è l’unico. Ci sono da affrontare numerose questioni e c’è da capire se andare avanti anche in caso di vittoria davanti al Consiglio di Stato, logorando Salvemini per poi farlo cadere dopo un anno. Ci sono quelli che lo farebbero cadere subito.
In caso di sconfitta giudiziaria, poi, bisognerà capire quale linea fissare. C’è chi propone di stabilire due obiettivi da raggiungere insieme a Salvemini per il bene della città, ma ancora ci sono troppe incertezze all’orizzonte. La più grande riguarda le leadership: chi potrà essere il futuro candidato del centrodestra dopo questa disfatta? Gli esclusi, che hanno portato oltre duemila voti, ieri hanno spiegato che non accetteranno più scelte come è avvenuto in passato. Sarebbe una scelta molto complicata quella di un candidato sindaco in caso di elezioni immediate, ecco perché qualcuno vorrebbe tenere in piedi Salvemini, anche in caso di vittoria davanti al Consiglio di Stato.
Garcin