di Gaetano Gorgoni
LECCE – Come ai vecchi tempi, nel gruppo leccese del Movimento 5 Stelle tornano le divisioni. In città esistono tre meetup. C’è quello con i portavoce (cioè gli eletti, “gli unici che possono parlare a nome del Movimento”): i parlamentari Lezzi, Buccarella e il neoeletto in Consiglio comunale Fabio Valente. Ieri, è stata inaugurata la sede del nuovo meetup dei portavoce, in via Milizia: addio alla sede di via Flascassovitti, alle spalle della chiesa di San Pio (in quella sede gli intestatari del contratto erano Scardia e Manzo). Quest’ultimo ha fondato, a settembre, un nuovo meetup, “Attivisti Leccesi in moVimento”, che è già molto attivo sul territorio cittadino con banchetti informativi, raccolta firme, tra cui quella in difesa delle spiagge libere. Il medico Mario Giugno, candidato alle scorse regionali, ha scelto anche lui di fare un meetup autonomo: non ha perdonato ai portavoce di aver evitato le comunarie.
Poi, ci sono alcuni attivisti delusi, che non è ancora chiaro cosa faranno, anche loro amareggiati per il metodo di scelta del candidato per le comunali: Porcari, Foresta, Scardia e Caterina Vitiello. Intanto si avvicinano le politiche e le tensioni aumentano. Ognuno cerca di emergere rispetto all’altro gruppo. Quindi, avvengono piccoli incidenti, come quello denunciato sui social dal consigliere Tony Trevisi, che parla di un’aggressione da parte di un militante: ora chiede l’allontanamento dell’autore del comportamento violento e diffamatorio (avvenuto davanti agli occhi del portavoce Valente), ma vige il più grande riserbo sulla faccenda. C’è tensione tra i vari gruppi, tra le varie correnti. La vera battaglia è tra seguaci dei parlamentari e “antiparlamentari”. Insomma, c’è una parte dei militanti, come ai tempi di Ronzino, che accusano i portavoce di preoccuparsi di fare proseliti per farsi sostenere alle prossime elezioni e di influenzare troppo le scelte dei candidati comunali.
Accuse che i portavoce respingono al mittente, stigmatizzando chi, invece di unire, divide. Barbara Lezzi, Maurizio Buccarella e Daniela Donno si candideranno al Senato: la regola è che i candidati oltre i 40 anni andranno al Senato. Si attende ancora la decisione di De Lorenzis per la sua candidatura. Tra le novità ci potrebbe essere proprio Manzo. Anche sul futuro dei meetup non vi è certezza. “I meetup stanno pian piano sparendo, noi siamo Movimento 5 Stelle Lecce perché abbiamo i portavoce – spiega il consigliere comunale Fabio Valente – Ormai c’è la piattaforma Rousseau: chi vuole si iscrive alla piattaforma e, una volta certificato, si è iscritti al Movimento. Chi vuol fare attivismo sul territorio si aggrega a un gruppo, ma ormai ci sono i gruppi ufficiali dei portavoce. Per evitare la nascita di meetup in cui emergevano i capibastone che volevano farsi strada, ora si punta su gruppi che sono guidati dai portavoce”.
“Non esistono meetup riconosciuti dal Movimento 5 Stelle – puntualizza Giovanni Manzo, primo dei non eletti alle comunali – Siamo tutti iscritti al Movimento e cerchiamo di portarne avanti i valori e gli ideali con l’attivismo sul territorio”. L’avvento di facebook, secondo Valente, invece, ha fatto superare il meetup, ma è rimasta la parola per indicare gruppi spontanei di attivisti. Tutto incerto, anche sulle parlamentarie. Chissà se saranno riviste alcune regole. Lo staff di Grillo cerca di eliminare carrieristi e personaggi troppo divisivi: non è un’operazione semplice. A Lecce, dopo le comunali, sono entrati molti veleni in circolo.