F.Oli.
GALATONE (Lecce) – Si chiude con tre condanne il processo sui presunti abusi edilizi nel residence “Torri Saracene” nei pressi del “Villaggio Santa Rita” a Galatone in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico e idrogeologico. Il giudice della prima sezione penale Silvia Minerva ha condannato ad 1 anno e 9 mesi di reclusione il progettista e direttore dei lavori Pantaleo Antonio Carratta e il proprietario Pasquale Saturno Carratta; 9 mesi di arresto e 40mila euro di ammenda (pena sospesa e non menzione) per Luca Migliaccio, tecnico del Comune di Galatone. L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Antonio Negro, è stata condotta dai carabinieri del Nucleo operativo ed ecologico di Lecce.
Nel corso delle indagini è stato eseguito anche un decreto di sequestro preventivo. I sigilli, su disposizione del giudice per le indagini preliminari Carlo Cazzella, hanno interessato le due torri, rispettivamente di quattro e tre piani, in cui erano in fase di realizzazione una serie di miniappartamenti. I lavori hanno riguardato l’ampliamento del piano seminterrato per il quale era prevista la destinazione a piccole residenze, in un’autorimessa interrata e in una strada pedonale posta a servizio degli appartamenti del piano terra. Sotto sequestro era finito anche un vano scala interno con tanto di lucernario e lavanderia, realizzati sul lastricato solare, l’ampliamento del locale al primo piano destinato a bar e tavola calda, e l’estensione di tutti i miniappartamenti posti al primo piano dell’immobile. un’area sottoposta a vincolo paesaggistico e idrogeologico.
Secondo quanto contestato, il funzionario comunale avrebbe rilasciato l’autorizzazione paesaggistica solo dopo l’esecuzione degli edifici e, comunque, in modo parzialmente difforme rispetto al progetto approvato. I due Carratta rispondevano anche di false dichiarazioni perché non avrebbero dichiarato che l’immobile non era soggetto a vincolo sui beni culturali. Italia Nostra (con l’avvocato Cosimo Manca) e Legambiente si erano costituiti parte civile. Gli imputati erano difesi, tra gli altri, dall’avvocato Maurizio Pinca.