di Gaetano Gorgoni
LECCE – Il centrodestra leccese c’è: ha sofferto un po’ di depressione collettiva, ma è sulla strada della guarigione. La prima prova di dialogo è quella di oggi. Al Tiziano partecipazione massiccia, sala strabordante. Si presentano tutti, anche i non eletti e gli esclusi della scorsa riunione. Spunta persino Palese, che in clima elettorale non può certo mancare: i big ci sono quasi tutti. Angelo Tondo ha la febbre: è rimasto a casa. Il momento più difficile è alle spalle: ora ci sono 4 sentenze del Tar che spiegano che la maggioranza è della coalizione stroncata dalla Commissione elettorale. Certo, per la sicurezza bisognerà attendere il 9 novembre, ma lo stato d’animo è più euforico. La linea non è ancora omogenea. I consiglieri eletti hanno deciso che ai Consigli comunali non si partecipa, se non in situazioni di particolare urgenza e nell’interesse della città. Ma c’è chi non la pensa così: lo dice apertamente nel suo intervento un non eletto, l’avvocato Rodelli. Lo pensa anche Giorgio Pala: “Non partecipare non ha senso”.
Paolo Perrone risolve tutto con l’ironia: “In Italia tutti i 60 milioni di abitanti si sentono tecnici della Nazionale. I consiglieri eletti hanno deciso di non partecipare, perché è un Consiglio illegittimo”(per vedere l’intervista cliccare sull’immagine ndr). L’incontro al Tiziano verte sui primi cento giorni di Salvemini: naturalmente, bocciati in pieno dal centrodestra. “Solo annunci e nulla di concreto”. Ma poi si è parlato anche di altro. Ciccia Mariano ha chiesto scusa a Mauro Giliberti: “Tutti noi non siamo stati in grado di motivare gli elettori. Fitto aveva avuto una grande intuizione mettendo un esterno. Io all’inizio ero per Marti, ma poi capì che Mauro era un ottimo candidato. Avremmo dovuto aiutarlo di più”. Ora, però, il centrodestra è senza candidati, ovvero con troppi candidati. Mauro Giliberti annuncia ai microfoni che non si ricandiderà: “Io sono qui per fare sintesi, non per interessi personali. Voglio rimettere insieme il centrodestra. Ormai sono ritornato al mio lavoro di giornalista. Il prossimo candidato dovrà essere accettato anche da tutto gruppo dirigente per non fare più sbagli”.
Se il centrodestra dovesse vincere davanti al Consiglio di Stato, la strategia non sarà quella di far cadere subito Salvemini. Sarà necessaria una riorganizzazione e l’individuazione di una figura a capo della coalizione. che possa fare sintesi. “In quel caso chiederemo al sindaco un accordo su un paio di punti importanti per Lecce”. Il centrodestra, dopo la débacle delle scorse comunali, non può permettersi di andare subito alle elezioni: l’individuazione del nuovo candidato sindaco sarà un’impresa difficilissima. Paolo Perrone rispolvera il vecchio cavallo di battaglia delle primarie. Siamo alle solite: ricomincerà il tira e molla sul metodo. Ci vorrà tempo per una linea comune.