di Gaetano Gorgoni
LECCE – Le politiche si avvicinano, cominciano i tour: Renzi preferisce il treno. Certo, non è il mezzo migliore per raggiungere il Salento, infatti ha un leggero ritardo. I trasporti sono la grande piaga della Provincia di Lecce: sono lenti e l’alta velocità fa una grande frenata da Bari in poi. Nessun accenno a questo problema. Il tour continua colmo di baci, abbracci e pacche sulla spalla dei militanti. C’è tempo per qualche foto con un ragazzo disabile, come l’altra volta. A Lecce c’è Cosimo Durante e anche Salvatore Capone ad attendere il segretario nazionale del Pd: tutt’e due sperano in una buona postazione alle prossime elezioni per il Parlamento. La posizione migliore in lista sarà certamente quella di Teresa Bellanova, la viceministra è sempre al fianco di Renzi. I due fanno coppia fissa quando bisogna sfilare a Lecce. Nella meta successiva lo salutano altri futuri candidati al Parlamento, come Ada Fiore, renziana doc, e Loredana Capone, braccio destro di Emiliano. Poi arriva il momento di andare a Maglie, a visitare la casa-museo di Aldo Moro. Lì ci arriva in auto. Un treno della Sud-Est sarebbe stato troppo. Ma ci sarebbe piaciuto fagli assaggiare un po’ di quel comfort tipico degli sgarrupati “treni lenti” del Mezzogiorno.
Matteo Renzi è uno che sa come controllare la comunicazione. Anche oggi niente risposte alla stampa. Da sindaco di Firenze, quando veniva a Lecce, si concedeva invece alle telecamere della stampa locale: raccontava la bufala che se siamo più poveri è colpa dei nostri genitori che si sono mangiati tutto. I più grandi economisti (premi Nobel), invece, ci hanno svelato la vera storia: siamo entrati in un sistema economico globale neoliberista (l’Euro) che ha indebolito la nostra economia e reso più precario il lavoro, imponendoci tagli e moneta unica, senza vera unione politica. All’epoca Renzi attaccava D’Alema: su quello la situazione non è cambiata. Un vero divo sfuggente. Per ogni risposta bisogna riflettere con lo staff e i vari uffici stampa. In comizio, come l’altra volta a Lecce, concede le risposte, rigorosamente senza nessun giornalista locale che lo incalzi.
Conosciamo la sua linea su Trivelle e Tap, ma non sono chiare ancora le sue mosse politiche: c’è la possibilità remota di allearsi con Mdp? Lascerà che la lista civica da affiancare al Pd la faccia Pisapia, anziché l’odiatissimo dissidente Michele Emiliano? Poi, siamo anche in clima elettorale: bisogna fingere di non avere nulla contro il presidente della Regione Puglia. Giunto nella casa di Aldo Moro qualcuno si lascia sfuggire un’implorazione: “Liberaci da Emiliano”. Remigio Venuti, l’ex sindaco di Casarano, spiega al segretario che il governatore è una stortura per la Puglia. Renzi zittisce tutti sapientemente. C’è un congresso provinciale ancora in corso in cui sembra esserci un testa a testa tra renziani e seguaci di Emiliano e poi, con le elezioni alle porte, è necessario svelenire il clima. Il divo del centrosinistra, tra selfie e strette di mani, si prepara alla alla grande corsa, come sempre da leader. E chi non è d’accordo: “Fuori!”, come recitava il titolo di un suo libro.