F.Oli.
ALEZIO (Lecce) – Dodici anni di reclusione (così come richiesto dal pubblico ministero Maria Rosaria Micucci) per il presunto padre orco accusato di ripetute violenze sulla figlia minorenne. E’ la condanna di primo grado inflitta dal gup Simona Panzera nei confronti di un 45enne di Alezio comprensiva di tutti i benefici per chi sceglie di essere giudicato con il rito abbreviato. Sentenza e verdetto di condanna, dunque, senza alcuna integrazione probatoria (nello specifico una perizia psichiatrica sull’imputato per delineare la sua personalità) così come chiesto dall’avvocato difensore Giampiero Tramacere. Il dispositivo annovera anche una serie di pene accessorie come l’interdizione perpetua da qualsiasi pubblico ufficio attinente alla tutela e alla curatela nonché da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado e in strutture pubbliche o private, frequentate da minori.
Gli accertamenti sono scattati dopo una segnalazione del Tribunale dei Minori che aveva aperto un procedimento per la tutela della minore. Per cinque lunghi anni (dal 2012 al 2017) la ragazzina non aveva mai raccontato alla madre quello che succedeva in sua assenza tra le mura di casa per paura e per timore. Le uniche confidenze erano state rilasciate ad un’amichetta e al fidanzatino che convinsero la persona offesa a denunciare gli episodi e a rivolgersi agli assistenti sociali. Da qui è scattata l’indagine condotta dagli agenti della Squadra mobile di Lecce specializzati nei reati contro la persona.
I riscontri si sono avvalsi anche di accertamenti tecnici. Dal telefonino della ragazzina (ora 18enne) sono stati estrapolati numerosi files audio registrati all’insaputa del genitore nel corso degli anni cpressanti richieste di prestazioni sessuali, le offerte di denaro, i ricatti e le minacce. Da tempo la giovane è stata allontanata dall’abitazione familiare e collocata in una struttura protetta. I presunti abusi sono stati ribaditi in sede di incidente probatorio cristallizzando di fatto le accuse.
Nel corso delle indagini il sostituto procuratore Micucci ha anche ascoltato come persona informata dei fatti la madre della ragazzina per valutare eventuali coperture in un clima di omertà e di complicità. La donna ha riferito di non aver mai saputo nulla e neppure intuito quanto accadeva all’interno delle pareti domestiche. Una ricostruzione ritenuta attendibile. Il padre orco, secondo la Procura prima e un giudice poi, avrebbe agito da solo. La presunta vittima si è costituita parte civile attraverso la curatela dei minori rappresentata dall’avvocato Francesco Calabro. Il risarcimento dei danni verrà quantificato in separata sede. Il deposito delle motivazioni è previsto nei prossimi 90 giorni.