MURO LECCESE (Lecce) – Cade davanti ad un giudice l’accusa di stalking ai danni di un concorrente nello stesso settore di lavoro e il processo a carico di un 45enne di Muro Leccese, titolare di una ditta di bombole, si chiude con un’assoluzione. Con formula piena così come disposto dal gup Vincenzo Brancato (a fronte di una richiesta di condanna a 8 mesi invocata dal pubblico ministero Maria Vallefuoco) nel giudizio che si è celebrato con il rito abbreviato. L’indagine è stata avviata dopo una denuncia querela depositata presso la locale stazione dei carabinieri dal titolare di una ditta specializzata nella vendita e nella consegna a domicilio di bombole di gas.
I casi di molestie e persecuzioni sarebbero iniziati nel 2010 e proseguiti fino al 2015. Un lungo arco temporale in cui la persona offesa avrebbe subito una serie di angherie dal suo concorrente. Nella denuncia querela sono confluiti gli episodi e le accuse. La vittima sarebbe stata accusata per strada di essere un evasore. In più circostanze, poi, sarebbe stato pedinato, fotografato e ripreso con alcuni video durante l’attività lavorativa. Un modo, a dire della vittima, per controllare quante bombole trasportava e dove era diretto. Agli atti, poi, era finita anche un’aggressione verificatasi il 23 maggio del 2015. Nel corso delle indagini sono state raccolte le dichiarazioni di cinque testimoni che hanno dimostrato come non si potesse ritenere credibile nella sua interessa la denuncia della persona offesa.
In sintesi si trattava di due concorrenti attivi nello stesso settore che si sarebbero resi responsabili di una serie di dispetti ben lontani dal configurare il reato di stalking. In attesa del deposito delle motivazioni, si può ritenere che il gip abbia valorizzato le testimonianze dei cinque testi indicati dall’avvocato dell’imputato, il legale Salvatore Corrado. La persona offesa si era costituita parte civile con l’avvocato Oronzo Cavalera e aveva avanzato una richiesta risarcitoria di 20mila euro.