LECCE – Al Ministero si è svolta la conferenza dei servizi: i comuni salentini interessati dall’attraversamento di Tap e Snam hanno dato parere negativo. La Regione Puglia non si è presentata al tavolo: ha una strategia diversa. I lavori sono cominciati in ritardo perché alcuni dei soggetti rappresentanti delle istituzioni comunali sono arrivati in ritardo a causa di alcuni “disservizi aerei”. La conferenza dei servizi di questa mattina riguarda Snam e giunge dopo il decreto di compatibilità ambientale: la rete del gas si deve collegare al gasdotto Tap e quindi bisogna aspettare che i singoli enti pubblici diano il loro parere. Dopo questo passaggio, dovrebbe essere rilasciata l’autorizzazione Unica che regola la costruzione e l’esercizio dell’impianto. L’iter burocratico per l’approdo e l’allaccio alla rete del gasdotto Tap è cominciato nel settembre 2013 e la battaglia con i rappresentanti delle comunità locali ancora continua.
A Roma, presso la sede del Ministero per lo Sviluppo Economico, nella Conferenza dei servizi sul metanodotto “Interconnessione Tap”, il Comune di Lecce, è stato rappresentato dall’assessore all’Urbanistica Rita Miglietta, che ha ribadito i rischi ai quali il territorio sarebbe esposto nella realizzazione dell’opera. “Quello di Lecce è il Comune maggiormente interferito dall’opera Snam, esito della scelta non condivisibile dell’approdo Tap a San Foca: ben 22 chilometri, corrispondenti a tutto il versante orientale dell’entroterra costiero, un percorso lungo il quale saranno più di tremila gli alberi di ulivo da espiantare e reimpiantare”. Le motivazioni dell’incompatibilità urbanistica del metanodotto con il territorio leccese sono quelle illustrate nella delibera approvata lo scorso 20 ottobre dal Consiglio comunale.
Significativo il fatto che sia arrivato parere sfavorevole da tutti i Comuni interessati dal tracciato (tranne quello di Brindisi, al momento commissariato): una compattezza delle valutazioni tecniche che testimonia la oggettiva problematicità dell’impatto dell’opera.
Assente la Regione Puglia alla quale spetta esprimersi entro 30 giorni con un atto deliberativo, al fine di chiarire la nota trasmessa in Conferenza che annuncia l’ipotesi di una mancata intesa. “E’ una decisione politica del presidente Emiliano: Ha un significato di protesta contro il governo che ignora le decisioni dei territori” – commentano dallo staff dell’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Michele Mazzarano. La Soprintendenza competente per territorio ha dichiarato di non potersi esprimere con un parere relativo all’autorizzazione paesaggistica dell’opera.
Oltre ad esprimere il parere sfavorevole, Lecce ha confermato, nell’eventualità che il Consiglio dei Ministri proceda ad autorizzare l’opera anche in caso di mancata intesa con la Regione, la necessità di misure adeguate di controllo, garanzia e ristoro ambientale, misure che questa amministrazione sente il dovere di garantire alla comunità. “Come amministrazione comunale abbiamo fatto il nostro dovere, segnalando in questa sede il parere sfavorevole e la problematicità dell’impatto dell’opera, in sintonia con le altre amministrazioni comunali –dichiara Rita Miglietta, assessore all’Urbanistica del Comune di Lecce – Abbiamo recuperato in parte il ritardo clamoroso nel quale abbiamo trovato il Comune di Lecce al momento dell’insediamento. La nostra bussola in questa vicenda, è e continuerà ad essere l’interesse della città di Lecce, la tutela ambientale del territorio e, se le istituzioni sovraordinate, nonostante i pareri negativi dei Comuni, sceglieranno in ogni caso di andare avanti, il diritto della comunità ai dovuti ristori per il sacrificio che le viene imposto”.
In Provincia di Lecce, sempre in mattinata, si è tenuta la riunione con i 14 sindaci interessati (oggi si è aggiunto Squinzano) dal passaggio del gasdotto sul loro territorio e non. Ora che buona parte dei ricorsi amministrativi sono persi, i sindaci hanno discutono sulla necessità di sedersi al tavolo governativo per capire cosa accadrà. “Sul tavolo ci sono ‘investimenti aggiuntivi’. Il governo ha fatto la scelta di passare al gas: si tratta di una scelta senza possibilità di discussione – spiega il sindaco di Andrano, Mario Accoto – Siamo contro l’opera: non diciamo no al gas, ma non va bene il Tap, un impianto così impattante e proprio in quella zona. Ora il governo segue l’obiettivo della decarbonizzazione e volevamo essere coinvolti in questa discussione. Il territorio non è rappresentato: tutti i sindaci stanno cercando di capire cosa fare, se partecipare o meno a quel tavolo romano. Stiamo prendendo posizione in seguito alla conoscenza di fatti nuovi. Tap si fa, quindi, è necessario che ci sia la voce dei territorio sugli investimenti aggiuntivi. Scelto il gas, si riconverte Cerano e si fanno investimenti sul territorio”.
Garcin
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