SANNICOLA (Lecce) – Il Sindaco di Melendugno, Marco Potì, ha nuovamente espresso la sua vicinanza ai suoi cittadini, nonché a gran parte della popolazione salentina, sulla non accettazione del gasdotto Tap – Trans Adriatic Pipeline sotto i fondali della spiaggia di San Foca.
Nell’ultimo incontro pubblico intitolato “Tap, opportunità o paura” tenutosi presso l’associazione culturale Metroxè di Sannicola, Marco Potì insieme al giornalista moderatore dell’evento Fernando D’Aprile hanno provato a far luce su alcuni di quelli che vengono considerati i molti aspetti oscuri che caratterizzano il progetto di ingegneria di circa 40 milioni di dollari dell’azienda Tap che per impiantare il suo gasdotto nel territorio salentino sta collaborando con altre società straniere ed una italiana, la Snam Rete Gas S.p.A. Proprio in seguito all’avvio dei lavori di quest’ultima società italiana, il Comune di Melendugno e la Regione Puglia hanno lamentato un tradimento da parte dello Stato italiano che avrebbe dovuto rispettare il loro “no”, considerato tardivo rispetto ai tempi burocratici previsti. Molte sarebbero le contraddizioni con cui Tap avrebbe agito fino ad oggi, non rientrando secondo il parere di molti esperti nei canoni di una sicurezza civile e di un accurato rispetto per l’ambiente, situazione per cui il Sindaco di Melendugno si sta battendo per la sicurezza di tutta la popolazione salentina.
“Per il bene della comunità locale, per l’ambiente e per una delle più belle spiagge d’Italia (classifica Touring Club) quale quella di San Foca, – afferma Marco Potì – stiamo combattendo una battaglia che può essere definita di democrazia e civiltà, contro il Pic – Progetto di Interesse Comunitario di Tap, una multinazionale privata che ha sede legale nella città svizzera di Baar, nota per essere una sorta di paradiso fiscale in Europa.
La strategia di Tap è mirata a trasportare 10 miliardi di metri cubi di gas dai cosiddetti Shah Deniz, i giacimenti azerbaijani di gas, che da quanto ha fatto sapere la trasmissione televisiva Report, in realtà non contengono ancora il gas che dal Mar Caspio dovrebbe attraversare ben 4.870 km passando per la Turchia, Grecia e Albania, approdando a Melendugno.
Il gas che dovrebbe raggiungere il Salento e che partirebbe dai pozzi dell’Azerbaijan, potrebbe provenire in realtà dalla Russia.
Il progetto italiano di recente approvato, Snam, è invece mirato a portare il gas arrivato a Melendugno fino alla zona che coinvolge Brindisi e Mesagne, dunque per altri 55 km. Il percorso che dovrebbe fare Tap è complicato, e – continua con sgomento Potì – ho addirittura ricevuto una telefonata dall’Assessore all’Ambiente di Sulmona, in preda alla preoccupazione per il fatto che dopo la Puglia, il progetto dovrebbe attraversare una delle zone più sismiche d’Italia, ovvero quella dell’Abruzzo. Dopo questo percorso, il gasdotto arriverebbe in provincia di Bologna, a Minerbio e da lì dovrebbe avviarsi verso l’Austria che dovrebbe accogliere i 10 miliardi di metri cubi di gas che all’Italia non servono affatto.
Su tutta la situazione, Putin fece una battuta – continua il Sindaco di Melendugno – affermando che il Tap serve in realtà ad accendere un barbecue in Europa, la qualr che necessiterebbe di almeno 500 miliardi di metri cubi di gas, quindi, Tap rappresenta il 2% del fabbisogno europeo di gas.
Oltre al fatto che il gasdotto passerebbe sotto le piante marine di Posidonia e Cimotocea che la Trans Adriatic Pipeline diceva inizialmente non ci fossero, e che invece sono poi state scovate da ARPA Puglia, a San Basilio, nella zona nord di San Foca, sono stati tolti i primi 211 alberi di ulivo, sui 2000 previsti in tutta la zona di Melendugno e i circa 10000 complessivi fino alla zona di Mesagne. Nel sottosuolo di San Basilio non ci sono rocce, bensì sabbia e acqua, e di tutto questo, Tap ne è al corrente, avendolo però constatato, stranamente, solo dopo le autorizzazioni ricevute per l’avvio dei suoi lavori. In merito a questa situazione, il Ministero dell’Ambiente ha sollecitato Tap a compilare un’autocertificazione sul suo progetto di ingegneria, e io personalmente ho chiesto di visionare tale autocertificazione insieme ad una spiegazione più approfondita, ma ad oggi non ho ancora ricevuto niente.
Non sappiamo dunque che tipo di effetto può avere il tunnel sotterraneo sulla falda di San Basilio, ovvero se l’acqua del mare andrà vero il tunnel o se il tunnel andrà verso il mare, non sappiamo se il tunnel sarà stabile dal punto di vista statico, dal momento che la zona è caratterizzata da sabbie mobili. In questo mega tunnel c’è il tubo del gas che viene dall’Azerbaijan, passando per il mare Adriatico ad una profondità di meno 812 metri e la pressione prevista è molto alta, ovvero di 145 bar, un livello di pressione che non ci lascia tranquilli e che nella peggiore delle ipotesi, seppur smentite dal Ministero dell’Ambiente, potrebbe causare una catastrofe in tutta la zona di San Foca, evenienza che spesso, in altri casi, viene presa in considerazione con la dovuta prevenzione, anche quando c’è un eccesso di pochi bar.
Quando ho chiesto agli enti competenti, se dopo l’impianto del gasdotto Tap a San Foca sarebbe stata possibile la balneazione, l’attracco e la pesca, una risposta plausibile non è arrivata e hanno voluto far sapere che la situazione sarebbe stata oggetto di provvedimenti da parte dell’autorità competente alla protezione civile, dunque il Sindaco. Mi sto fortemente impegnando, anche grazie ai miei collaboratori, per evitare seri danni ambientali ed umani a tutto il Salento, rimango dell’idea che finchè nel Comune di Melendugno ci sarò io, il mare non si tocca!.
Il 23 ottobre insieme al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, andremo a Roma per la conferenza sui servizi, e comunicare nuovamente il nostro disaccordo con il progetto italiano Snam che riguarda i 55 km attraversati dal gasdotto da Melendugno fino alla zona tra Brindisi e Mesagne, un progetto che tra l’altro, purtroppo, gode di alcuni finanziamenti ricavati dal pagamento delle bollette di noi cittadini.
A Roma, evidenzieremo l’anomala comunicazione tra Stato e Regione, che avrebbe visto una lunga tempistica per il dissenso della Puglia al progetto Snam, di conseguenza approvato dal Governo contro il nostro volere”.
Guglielmo Ruberti