ACQUARICA DEL CAPO (Lecce) – E’ stata confermata anche in Appello la sentenza di assoluzione a carico di M.L., 32enne di Acquarica del Capo, accusata di aver rubato soldi dalla cassa nel panificio in cui lavorava. I giudici di secondo grado (Presidente Errico) hanno rigettato l’appello presentato dalla Procura e dall’avvocato di parte civile. M.L. rispondeva di furto aggravato. I fatti, finiti all’attenzione degli inquirenti, risalgono a maggio-giugno 2010 quando la 32enne lavorava a Presicce come commessa in un panificio.
Il titolare, nella sua denuncia,sosteneva che la dipendente si sarebbe appropriata di somme di denaro dalla cassa n ben quattro occasioni; a riprova di tanto aveva prodotto un dvd da cui, secondo la persona offesa, si vedeva la dipendente mentre prelevava effettivamente i soldi. Nel processo di primo grado sono stati ascoltati come testi a discarico dell’accusa i titolari di esercizi commerciali confinanti con il panificio i quali hanno riferito che era consuetudine tra i vari esercenti cambiare le banconote di grosso taglio in altre di piccolo taglio per dare il resto.
Un particolare importante. Giustificava che, qualche volta, la commessa usciva dal panificio con banconote di grosso taglio prelevate dalla cassa e ritornava poco dopo con altre di piccolo taglio. In realtà, tutta la vicenda sarebbe sorta in concomitanza con la richiesta di M.L. di pagamento di differenze retributive, perché, assunta per lavorare part – time, avrebbe lavorato a tempo pieno. Non meno di nove ore al giorno. Per questo la dipendente si era rivolta ad un sindacato per la tutela dei suoi interessi. Il titolare del panificio aveva inviato una lettera di licenziamento alla propria dipendente senza specificare la motivazione.
Dopo pochi giorni aveva cercato di convincere la dipendente a stipulare un accordo sulle spettanze di lavoro. Al rifiuto di quest’ultima (che pretendeva il pagamento integrale) è iniziata una battaglia a suon di carte bollate. Nell’agosto del 2010 L’M. sporse denuncia nei confronti della giovane per furto continuato ed aggravato; l’ex dipendente presentò ricorso dinanzi al Tribunale del Lavoro di Lecce per sostenere le proprie ragioni. In primo grado l’allora commessa venne assolta con formula piena così come nel processo d’appello. Ora l’ex dipendente, assistita dall’avvocato Giovanni Chiffi, potrà procedere con la denuncia per calunnia nei confronti del suo ex datore di lavoro.