di Francesco Oliva
GALATONE – GALLIPOLI – LEQUILE (Lecce) – Violentata dal suo tutor in auto incitato dai suoi colleghi. La Procura di Lecce, come riportiamo in esclusiva, ha chiuso le indagini sul presunto caso di abusi su una 23enne, originaria di Manduria, (comune in provincia di Taranto), molestata l’11 novembre del 2015. Le accuse di violenza sessuale di gruppo e furto in concorso vengono contestate a G.G., 31enne di Galatone, (ritenuto il presunto autore della violenza) e ai suoi due colleghi/complici: P.N., 28 anni, di Gallipoli e A.M., di 22, residente a Lequile. Gli accertamenti scattarono dopo la denuncia della giovane. Secondo il suo racconto, circa due anni fa, raggiunge il Salento per sostenere una prova di lavoro e svolgere attività di volantinaggio. Viene così affidata ai tre giovani, suoi tutor. con cui trascorre l’intera mattinata tra Novoli e Villa Convento per sostenere i test. Subito dopo i tre giovani si offrono di riaccompagnare l’aspirante candidata alla stazione ferroviaria di Lecce per riprendere il treno e fare così rientro a Manduria.
Durante il tragitto, però, il “branco” avrebbe deviato imboccando una stradina di campagna alla periferia di Novoli. Qui, stando all’accusa, si sarebbe consumata la violenza. I colleghi di G.G. avrebbero chiuso dall’esterno il veicolo impedendo alla vittima di fuggire. Nel frattempo avrebbero incoraggiato G.G. ad abusare della giovane. Il 31enne, secondo la ricostruzione della Procura, non sarebbe rimasto fermo. Tutt’altro. Avrebbe immobilizzato la vittima palpeggiandola nelle parti intime con così tanta violenza da provocarle lesioni al petto e al gluteo. La ragazza avrebbe anche cercato di sottrarsi all’aggressione colpendo più volte il suo presunto molestatore sferrando in quei momenti così concitati pugni contro i vetri dell’auto. Inutilmente.
I tre tutor rispondono anche di furto. Secondo quanto contestato, si sarebbero impossessati dello zaino della ragazza con all’interno circa 150 euro e la carta d’identità della 23enne. Dopo la denuncia si è sviluppata una lunga e complessa indagine condotta dagli agenti della Squadra mobile di Lecce (specializzati nei reati contro la persona), supportati dai colleghi di Gallipoli. Dopo circa un mese, i poliziotti, con un decreto di perquisizione in mano a firma del pubblico ministero Maria Vallefuco, setacciarono le abitazioni e le auto dei tre giovani sequestrando elementi ritenuti utili ai fini delle indagini. Nel prosieguo degli accertamenti, la ragazza venne ascoltata con la forma protetta dell’incidente probatorio e in quella sede confermò molestie e abusi.
Sulla scorta degli esiti degli accertamenti eseguiti sull’auto (quel giorno il veicolo sarebbe infatti risultato sempre fermo presso la sede dell’azienda) la Procura dispose anche l’interrogatorio del principale indagato. Il giovane, davanti al pm, negò di aver mai violentato l’aspirante candidata ricostruendo la giornata. G.G. raccontò di essere stato in compagnia della ragazza fino alle 12. Poi la 23enne avrebbe deciso di andare via raggiungendo autonomamente la stazione ferroviaria di Lecce nonostante il tutor le avesse riferito che un suo rientro a casa prima delle ore prestabilite non le avrebbe consentito di iscriversi nell’apposito elenco dei candidati. A distanza di tempo, però, la Procura chiuso il fascicolo d’indagine. G.G. e P.N. sono difesi dall’avvocato Luigi Corvaglia; A.M. invece, da Stefano Bortone. La persona offesa è rappresentata dall’avvocato Angelica Angelini. Anche per questa vicenda (in cui si ipotizzano reati molto gravi) vale sempre lo stesso spartito: l’avviso di chiusura delle indagini non rappresenta un verdetto di colpevolezza anticipato ma un passaggio fondamentale per consentire agli indagati di poter acquisire (tramite i propri legali) la documentazione allegata all’indagine e chiedere un eventuale interrogatorio.