di Francesco Oliva
LECCE – Si allarga l’inchiesta sul presunto prete pedofilo accusato di abusi e violenze sessuali su una ragazzina di neppure 14 anni residente in un comune alle porte di Lecce. Nel fascicolo d’indagine compare un secondo nome: è quello della madre della ragazzina. Risponde di favoreggiamento personale. Secondo le indagini, la donna sapeva ma non ha mai parlato. In questi mesi sarebbe rimasta in silenzio. Non si è confidata con nessuno. Neppure con le forze dell’ordine. E il suo nome è così finito nel registro degli indagati in attesa di conoscere gli sviluppi dell’indagine.
Allo stato, la vicenda è ancora coperta dal massimo riserbo. Da quel che si sa, le violenze sarebbero state ripetute e si sarebbero consumate in parrocchia. Si parla di molestie, palpeggiamenti e rapporti sessuali completi. Tutti da accertate e da verificare, però. Dagli ambienti della Curia, le accuse nei confronti del sacerdote vengono bollate come diffamanti e ingiustificate. Il prete continua comunque a prestare regolarmente servizio. Nei suoi confronti non sono stati disposti provvedimenti in attesa di conoscere gli esiti dell’indagine. Gli accertamenti proseguono. E la posizione del sacerdote potrebbe alleggerirsi.
Di recente, infatti, la ragazzina è stata sottoposta ad una visita medica e non sarebbero emersi segni riconducibili a lesioni da violenza. L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Stefania Mininni, è stata avviata con una denuncia raccolta da un familiare della minore. Gli accertamenti sono condotti dai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Lecce. La vicenda sarebbe maturata in un contesto familiare molto difficile e contraddistinto da un’accesa conflittualità. I genitori sono da tempo separati. Il padre ha incassato di recente una condanna. E in questa vicenda si inserisce la figura del parroco. E’ da accertare il ruolo. Ha fornito supporto alla famiglia aiutando la bambina o si è trasformato in un orco in canonica approfittando della complessa situazione familiare. Secondo il materiale finora acquisito, la ragazzina sarebbe stata violentata dal prete in canonica. Più episodi dall’inizio dell’anno. Poi la denuncia e l’allontanamento della minore. Le sue dichiarazioni sono state già acquisite. La ragazza ha raccontato i presunti abusi, palpeggiamenti e violenze alla presenza di una psicologa. Per ben due volte. E il suo racconto è ora finito al vaglio degli inquirenti. Sono stati sequestrati i telefonini del sacerdote e della ragazzina. Sono state eseguite perquisizioni e ispezioni in parrocchia per trovare riscontri al racconto della minore nel frattempo trasferita in una struttura protetta.
Le indagini, dunque, proseguono. Gli inquirenti intendono verificare se il sacerdote abbia consumato rapporti sessuali con altre giovani vittime che, in casi simili, molto spesso preferiscono rimanere in silenzio o denunciare gli abusi solo a distanza di anni per paura o per vergogna. Al momento, però, tutte ipotesi per avere un quadro chiaro e preciso di tutta la vicenda. Il sacerdote è assistito dagli avvocati Stefano De Francesco e Vittorio Vernaleone; la madre della ragazzina, invece, dall’avvocato Francesco Cavallo.