di F.Oli.
SURANO (Lecce) – Rischia un secondo processo il Presidente dell’Ordine dei medici e dei Chirurghi di Lecce Luigi Pepe. Al centro, il presunto ostracismo nel confronti del Presidente dell’Imid Mauro Minelli ad una sua iscrizione all’Albo dei Medici di Potenza. Il pubblico ministero Paola Guglielmi ha avanzato richiesta di rinvio a giudizio non solo per Pepe ma anche per i presidenti nazionali degli ordini dei medici chirurghi e odonotoiatri, il senatore Amedeo Bianco e Roberta Chierseveni accusati di abuso d’ufficio. Questo secondo filone è stato messo in moto con altre denunce del dottore Minelli confluite sul tavolo del magistrato inquirente. Le indagini sono state condotte dagli ufficiali di pg della polizia di stato che hanno sequestrato documentazione e atti anche in alcune trasferte a Roma.
POSIZIONE PEPE – Pepe è accusato di aver rappresentato falsamente alla Federazione Nazionale degli ordini dei Medici la mancanza dei presupposti legittimanti la rinuncia del dottor Minelli all’iscrizione presso l’Albo di Lecce e la successiva iscrizione all’Albo di Potenza. Come motivo ostativo all’iscrizione avrebbe prospettato un procedimento disciplinare avviato con una “convocazione dell’iscritto presso l’Ordine per essere audito” precedente la richiesta di rinuncia all’iscrizione all’Albo di Lecce da parte del dottore Minelli. Il documento si sarebbe rivelato inesistente e realizzato per assicurarsi l’impunità sul piano disciplinare in relazione al procedimento per stalking a suo carico su cui si sarebbe dovuta pronunciare la Federazione su istanza dello stesso Minelli.
BIANCO E CHIERSEVENI – Gli accertamenti sono stati estesi anche a profili nazionali. Nella qualità di Presidenti della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri avrebbero omesso di attivare il proprio potere disciplinare nei confronti del dottore Pepe annullando le argomentazioni (ritenute false) presso il Ministero della Salute e presso l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Potenza. In particolare, il Presidente Amedeo Bianco avrebbe inoltrato al Ministero della Salute una richiesta di scioglimento dell’Ordine dei Medici di Potenza per le presunte irregolarità adottate in relazione all’iscrizione del dottore Mauro Minelli non adeguatamente supportata da documenti.
Roberta Cherseveni, succedutasi nell’incarico, avrebbe inviato una certificazione all’Ordine di Potenza per sostenere la posizione dell’Ordine di Lecce intimando di prendere atto che il dottor Minelli risultava iscritto presso l’Ordine di Lecce e di “assumere gli adempimenti di sua competenza per ripristinare una corretta situazione giuridica in relazione all’illegittima iscrizione del medico presso l’Ordine di Potenza“. Per gli inquirenti una sentenza del Tar di Potenza, acquisita in giudizio, avrebbe valorizzato la prova che l’Ordine dei Medici di Lecce aveva attivato il procedimento disciplinare nei confronti del dottore Minelli soltanto il 4 agosto del 2014 e cioè dopo la rinuncia all’iscrizione all’Albo di Lecce comporvando, in tal modo, la regolarità dell’Ordine dei Medici di Potenza in relazione all’iscrizione nel proprio Albo del dottore Minelli. I due Presidenti nazionali avrebbero così favorito Pepe “al fine di consolidare la sua posizione apicale all’interno dell’Ordine di Lecce”. Ora un gip dovrà stabilire la data dell’udienza preliminare.