di Francesco Oliva
TAURISANO (Lecce) – Giunge al capolinea l’inchiesta sulle intimidazioni e le presunte richieste estorsive ai danni di un professore. Gli indagati sono quattro. Tutti minorenni e di buona famiglia. Uno di loro, il principale protagonista, venne anche arrestato e successivamente scarcerato: M.P., di 17 anni, residente a Taurisano. Nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari a firma del pubblico ministero della Procura dei Minori Anna Carbonara compaiono altri tre nomi: M.D.G. e G.C., entrambi 17enni e residenti sempre a Taurisano e M.B., di 15, di Poggiardo. I quattro under 18, come sveliamo in esclusiva, sono accusati di tentata estorsione aggravata e danneggiamento seguito da incendio aggravato. I componenti della presunta baby gang avrebbero preso di mira un professore di 56 anni, di Taurisano, che insegna meccanica presso l’Istituto Tecnico Industriale di Casarano.
Le indagini, condotte dagli agenti del Commissariato di Taurisano (diretti dal vice questore aggiunto Salvatore Federico) sono scattate la sera del 27 febbraio scorso dopo il lancio di una bottiglia incendiaria contro l’abitazione del professore che provocò l’annerimento del muro dell’abitazione e il danneggiamento di un vaso di plastica. Appena il pomeriggio successivo, il professore notò nella cassetta postale un foglietto bianco con un messaggio che recitava: “Hai paura? Ti è bastato il primo avvertimento? Se vuoi che questa storia finisca porta una busta con all’interno euro 1.500,00 al parco comunale abbandonato di via Lecce, dietro i manifesti il 5 marzo alle ore 17:00 non scherzare con il fuoco che ti bruci non raccontare niente a nessuno soprattutto alle forze dell’ordine altrimenti sarà peggio per te e la tua famiglia? Dai tuoi cari amici”.
L’insegnante non perse tempo e denunciò l’accaduto alle forze dell’ordine. Nel frattempo, però, la baby-gang sarebbe ritornata in azione. Una seconda intimidazione risale al 6 marzo. Gli agenti trovarono nei pressi della porta d’ingresso una bottiglia di plastica trasparente con all’interno del liquido infiammabile. A pochi giorni di distanza, poi, il professore ritrovò un nuovo biglietto che recitava: “Hai paura? L’altra volta ti abbiamo voluto bene questa è l’ultima tua occasione se te la giochi sarà peggio per te e la tua famiglia, quindi ti conviene obbedire, le regole sono uguali, non raccontare niente a nessuno porta una busta con 1500 euro al bar abbandonato di piazza mercato il 12 marzo. Ti sei reso conto di cosa siamo capaci se non te ne sei accorto lo scoprirai. Dai tuoi cari amici”.
Dopo la nuova richiesta di denaro, gli investigatori organizzarono una trappola invitando il professore a depositare una busta nel luogo indicato nel biglietto. Due giovani arrivarono a bordo di altrettanti scooter. Uno dei due agì da palo; l’altro, sempre a bordo dello scooter, si fermò davanti alla busta depositata nei pressi delle scale del bar per raccoglierla e raggiungere il complice. A quel punto, gli agenti bloccarono il ragazzo che, poco prima, aveva prelevato la busta. L’altro giovane, invece, riuscì ad allontanarsi ma venne comunque rintracciato in casa. Nei guai finì solo M.P. Il prosieguo delle indagini, con sequestri e perquisizioni, ha consentito di identificare gli altri componenti della baby gang. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Silvio Caroli, Gabriele Presicce, Antonio Preite e Pasquale Scorrano.