di Gaetano Gorgoni
LECCE – “Vogliamo conoscere lo stato d’avanzamento dei lavori relativi all’opera del gasdotto e abbiamo manifestato le preoccupazioni del territorio”. Il presidente Antonio Gabellone, in mattinata, ha voluto discutere con tutti i sindaci della questione “interventi aggiuntivi”, che ha agitato gli animi dei No Tap. Anche se c’è confusione sui termini: qualcuno parla di ristori da chiedere, altri di compensazioni, mentre chi ha proposto l’iniziativa utilizza il termine “interventi aggiuntivi”, che riguarderebbero anche i paesi non interessati ai lavori della rete del gas. Non ci sono più i soli 13 primi cittadini: oggi sono coinvolti tutti sulla questione ambientale e nel dialogo con il governo. Mentre il sindaco di Melendugno, Marco Potì, resta sulle barricate e diserta l’incontro insieme ad altri sindaci che non hanno nessuna intenzione di sedersi a un tavolo dove ci sono anche Tap e SNAM.
È la stessa posizione dei No Tap che protestano davanti a Palazzo dei Celestini: “Chi apre il dialogo si sta vendendo”. Ecco perché alcuni primi cittadini non si presentano all’incontro odierno. “L’opera si fa. Il sito è immodificabile, lo ha detto anche la viceministra Bellanova al tavolo romano” – ha ribadito Gabellone. C’è un inequivocabile intento governativo di portare a termine il metanodotto Tap-SNAM nel sito già individuato, ma il procedimento amministrativo non si è ancora concluso del tutto: per questo alcuni sindaci sperano ancora che non si faccia. “Si è creato un clima di contrapposizione sbagliato – ha spiegato Mario Accoto, sindaco di Andrano, promotore dell’iniziativa di confronto col governo – Chi dialoga con il governo non è a favore di Tap a San Foca, ma cerca di far sentire la voce del territorio riguardo a investimenti futuri che ci riguardano tutti”. C’è un primo passaggio da San Foca fino alla centrale di depressurizzazione, tra Melendugno e Calimera, poi un secondo passaggio che collega il tubo a Mesagne, quindi, alla grande rete del gas (SNAM). Il sindaco Taurino di Trepuzzi ribadisce che l’assemblea dei sindaci deve dialogare col governo per responsabilizzarlo su proposte chiare e precise in tema di energia, come la decarbonizzazione.
Il presidente della Provincia di Lecce ha spiegato che non si è parlato di cifre o di ristoro, ma di problemi e proposte possibili. Eppure, le indiscrezioni parlano di 15 milioni di euro (provenienti dalle multinazionali in campo) in palio per interventi che sarebbero di ristoro per la comunità salentina. L’interlocutore è il governo, che ha già detto l’ultima parola sull’impossibilità di modificare l’approdo Tap. Carlo Salvemini rompe il clima diplomatico per spiegare che “esiste solo il tema delle compensazioni, che riguarda i territori attraversati dal gasdotto, per quanto riguarda l’impatto sul paesaggio e l’espianto di ulivi”. Insomma, l’iniziativa politica dei 13 sindaci, finalizzata a un rispettoso confronto col governo sui temi ambientali, non dovrebbe far perdere di vista la questione dei ristori paesaggistici e ambientali che bisognerà chiedere. È questa la posizione espressa dal primo cittadino della città di Lecce, che è contrario all’attraversamento del gasdotto per il forte impatto sul territorio (ha espresso parere negativo in conferenza dei servizi).
“Trovo strano che le risorse vengano messe sul tavolo da Tap e Snam in un confronto con le comunità, visto che l’unico interlocutore legittimato è il governo – ha spiegato Salvemini – I 15 milioni di ristoro, tra l’altro, in questa situazione sono irrilevanti. Il gas che prendiamo non serve alla Puglia, che produce già abbastanza energia: siamo un ingresso verso altre mete. Dovremmo confrontarci con la Regione. È prematuro questo confronto con il governo, come se fosse scontato che il gasdotto si farà, se ancora l’iter si deve esaurire” – puntualizza Salvemini. Cerano, decarbonizzazione, aumento dei tumori nel Salento, trivellazioni nell’Adriatico e Xylella: per i sindaci guidati dalla Provincia di Lecce nel dialogo col governo bisogna proporre cose concrete per ottenere che le scelte energetiche future romane coinvolgano i territori. Il Governo è disponibile a “recuperare delle proposte”, secondo Gabellone. “De Vincenti ha garantito che per le prospezioni sono state date le autorizzazioni Via, ma ora è una fase di verifica – ha affermato il presidente della Provincia – Sono dispiaciuto che a Roma si parli genericamente di Puglia e non di Salento. Non c’è un riferimento a cifre o investimenti, la viceministra Bellanova ha parlato di ‘investimenti aggiuntivi'”
“Non c’è contrapposizione. La scelta del gas è una scelta corretta – spiega Mario Accoto, sindaco di Andrano – Preoccupa l’impianto di depressurizzazione e il fatto che l’approdo in quella zona sia impattante. La problematica Salento va oltre il gasdotto: c’è la Xylella, decarbonizzazione, le trivelle e altro. La scelta di Tap ci hanno spiegato che è irrevocabile, ma, per il resto, il governo è disponibile a ragionare su tanti temi che mettono in ansia il territorio. Su quel tavolo si ragiona di interventi aggiuntivi, integrativi o ristori. Si stavano programmando interventi in assenza del territorio che dovrebbe riceverli, ecco perché siamo intervenuti. Non ha senso partecipare a quel tavolo solo per assistere: dobbiamo fare delle proposte. Non ho niente a che spartire Tap e Snam, ma ci interessano pensieri e azioni che il governo vorrà mettere in campo. Decarbonizzazioni, mobilità green e altro. Se la scelta strategica del governo ricade sul territorio salentino, è giusto che i sindaci intervengano. Si potrebbe proporre la chiusura anticipata di Cerano, lo stop alle prospezioni nel Mar Adriatico e altro: questi sono i temi che il territorio può porre attualizzando la sua posizione. Usciamo dalla logica ‘no e sì, del pro e contro’. Non vogliamo mettere da parte le ansie dei territori, ma vogliamo dire la nostra”.
Domani e dopodomani si terranno due nuovi incontri al Ministero. Ma a Palazzo Chigi non arriverà un’unica proposta di un territorio compatto: ci sono visioni molto diverse tra sindaci, anche tra quelli che si sono presentati nell’incontro in Provincia. Salvemini ha chiesto di non presentarsi domani, prima di avere una posizione comune e di coinvolgere il governo regionale. “Prima di andare a Roma in ordine sparso bisognerebbe ascoltare la Regione Puglia: non servirebbe un incontro del genere senza l’interlocutore regionale, che ha competenze in materia energetica. C’è un procedimento autorizzativo non ancora concluso” – afferma Salvemini. “Disertare gli incontri non conviene – replica Taurino – Porteremo anche questa posizione al tavolo”. Se è vero quello che dice il governo, ovvero che “l’opera si farà”, a un certo punto bisognerà parlare di soldi in maniera schietta, presentando progetti da finanziare. La strada è lunga.