di Julia Pastore
SAN BASILIO (MELENDUGNO) – I mezzi pesanti impiegati dalle forze dell’ordine hanno danneggiato i terreni della cosiddetta “zona rossa”: partono gli esposti dei proprietari. In 20 questa mattina sono andati a depositare le loro denunce. Sarà la procura a fare tutte le verifiche del caso. Questa piccola frazione di San Foca, appartenente alla marina di Melendugno, sembra ormai una zona di guerra: è completamente militarizzata e i residenti sono isolati. Nemmeno i parenti possono venire a trovarli. Ora si aggiunge il danno dei mezzi pesanti: quindi, si chiede giustizia in procura. Ecco un estratto dell’esposto denuncia a cui seguiranno altri esposti, che depositeranno presto gli altri residenti. Potrebbe cominciare una nuova battaglia legale.
“Le menzionate proprietà circoscrivono l’area di cantiere destinata alla realizzazione del Gasdotto TAP (Trans Adriatic Pipeline) da parte dell’omonima multinazionale, ubicato in agro di Melendugno (Le), località San Basilio, e non sono mai state interessate da alcuna procedura espropriativa in quanto di fatto non sono interessate dal tracciato del gasdotto, né tantomeno sono mai state oggetto di contratto di comodato o di altro accordo di qualsivoglia natura o forma, neppure verbale, a mezzo del quale fosse consentito l’ingresso, l’accesso o l’occupazione, neppure transitoria o temporanea, da parte di mezzi della società Tap, o quale deposito di attrezzature, materiale edilizio o di altra natura denuncia Come noto, in data 13 novembre 2017, il Prefetto di Lecce ha adottato un’ordinanza ex art. 2 R.D. n. 773/1931 (cfr. allegato 1), con la quale, ‘in relazione alle esigenze funzionali alla tutela del cantiere’ TAP sito in agro di Melendugno, zona San Basilio, ‘e alla prevenzione di gravi turbative dell’ordine pubblico’, ha assegnato alla disponibilità delle Forze di Polizia, in funzione di fascia di
rispetto a protezione del cantiere’, una serie di aree ad esso adiacenti, ‘per garantire lo spostamento dei mezzi di polizia e la creazione di una fascia auto-transitabile intorno alla recinzione, sia all’interno che all’esterno di essa’.
In altri termini, è stata predisposta una zona c.d. cuscinetto che circoscrive il cantiere Tap consentendo alle forze di polizia ed ai mezzi della società privata di transitare sulle strade interpoderali ed accedere, senza alcun disturbo, ai cancelli del medesimo cantiere. La menzionata Ordinanza prefettizia ha interdetto ai veicoli, mezzi e persone non autorizzate, l’ingresso, il transito e lo stazionamento nelle aree medesime e in una serie di strade interpoderali, per i tratti intercorrenti tra l’area di cantiere e le intersezioni volta per volta indicate, ‘fatto salvo l’accesso dei proprietari frontisti e dei titolari di diritti reali sui terreni interessati’, affidando al Questore il compito di regolamentare tempi e modalità con i quali ai proprietari frontisti e ai titolari di diritti reali sui fondi sarà consentito accedere, ‘singolarmente e disgiuntamente, alle aree sopra menzionate.
Tra il 16 novembre ed il 19 novembre 2017, tutti gli scriventi hanno tentato di recarsi, come di consuetudine in questo periodo e in gran parte dell’anno, presso i propri terreni agricoli, anche e soprattutto al fine di predisporre tutte le operazioni necessarie alla raccolta delle olive in vista della campagna olearia, per manutenere il terreno e predisporlo per l’aratura, ed adottare tutte le altre buone pratiche agricole di cui un terreno necessita quotidianamente. Tuttavia, una volta recatisi nelle proprie aree, tutti gli scriventi con enorme meraviglia e sconcerto, si sono accorti che nei propri terreni transitavano e sostavano costantemente e stabilmente automezzi pesanti quali ruspe, camion con rimorchi, macchine di movimentazione terra ed altri mezzi pesanti che neppure l’Ordinanza Prefettizia in alcun modo autorizzava o prevedeva.
Peraltro, tutti i sottoscritti hanno avuto contezza che i propri terreni, oltre ad essere invasi da mezzi pesanti, sono stati oggetto di danni ed in particolare: distruzione dei muretti a secco che ne delimitano il perimetro con sostituzione di muro in cemento, danneggiamento del terreno causato dal passaggio di autocarri ed articolati, trinciatura e rottura di rami di alberi di olivo spesso carichi di
frutto, distruzione dei confini tra un terreno e l’altro ecc., al punto che i terreni sono stati resi inagibili e impraticabili, di certo non più idonei ad essere utilizzati per la campagna olearia in corso.
Trattasi, peraltro, di terreno rientranti in area sottoposta a vincolo paesaggistico per cui ne è impedito qualsiasi altro e differente utilizzo. Ebbene MAI gli odierni esponenti hanno autorizzato alcuno ad entrare ed accedere nei propri terreni agricoli, né a società privata né a soggetti singoli o automezzi. Allo stesso modo MAI è stato autorizzato alcuno a transitare con mezzi pesanti sui terreni agricoli, né autorizzato alcun lavoratore a tagliare i rami degli alberi di ulivo o utilizzare mezzi pesanti pregiudicando notevolmente la stessa conformazione del terreno. Anzi, le attività abusivamente e arbitrariamente poste in essere hanno impedito in via definitiva e grave di poter procedere alla raccolta delle olive, ed hanno in ogni caso impedito di poter procedere a quelle buone pratiche agricole che abitualmente vengono poste in essere diligentemente dai proprietari dei terreni, anche in virtù di tutte le prescrizioni atte alla prevenzione di parassiti o virus letali per gli alberi (es. Xylella).
Le gravi circostanze de quibus sono emerse agli occhi e alla conoscenza degli scriventi solamente tra il 16 ed il 17 novembre 2017, essendo, piuttosto, convinti che in seguito all’emanazione dell’ordinanza prefettizia di cui sopra, vi sarebbe stata solamente una differente regolamentazione dell’accesso ai nostri terreni e che gli stessi non sarebbero stati mai interessati da alcun lavoro, né dall’invasione o abusivo ingresso o danneggiamento. Si era infatti tutti convinti che i mezzi delle forze di polizia ed i mezzi e di lavoratori della società Tap avrebbero transitato solamente nelle stradine interpoderali e non anche all’interno delle proprietà. Tutto ciò ha originato e continua ad originare danni economici considerevolissimi, sia per il
mancato utilizzo dei nostri terreni agricoli, che per la mancata raccolta delle olive, che – ancor più- per l’impossibilità di entrare nella disponibilità delle proprietà descritte per tempo indeterminato ed indeterminabile, stanti i pregiudizi non patrimoniali dovuti al notevole stress psicofisico subito.
E’ d’uopo sottolineare che sussiste la triste consapevolezza di non poter più
usufruire liberamente di dette proprietà, spesso patrimonio di famiglia da secoli, e comunque frutto dei sacrifici di una vita. Al tutto si aggiunga l’ingrata necessità di dover ricorre ad un legale a cui conferire mandato con tutte le conseguenti spese del caso.
Sussiste dunque il concreto pericolo che la disponibilità delle aree di proprietà lasciate nella totale e illegittima disponibilità di TAP AG Italia dal provvedimento prefettizio dello scorso 12 novembre, possa agevolare la commissione dei reati di cui in narrativa, rubricati agli artt. art. 633, 637, 635 c.p., con sussistenza e protrazione dei relativi danni e conseguenze, con l’estrema urgenza che venga disposto il sequestro preventivo, ai sensi dell’art. 321 c.p.p.
Per mero scrupolo, si evidenzia che il sequestro preventivo dovrebbe essere quantomeno disposto per evitare che su quei terreni di proprietà degli scriventi possano essere consentiti usi differenti, da un lato, da quello agricolo (in assenza di disposizioni diverse dal vincolo paesaggistico) e dall’esercizio del diritto di proprietà esclusivo dei titolari scriventi e, dall’altro, da quello della “temporanea messa a disposizione delle forze di polizia in funzione di fascia di rispetto a protezione del cantiere” cosi come previsto dal punto B) della Ordinanza Prefettizia.
TUTTO QUANTO INNANZI PREMESSO
SI CHIEDE
che la S.V. Ill.ma Voglia disporre indagini sui fatti narrati per i reati contestati e per tutti quelli che l’Autorità competente vorrà ravvisare ove ne sussistano le condizioni, con condanna di tutti coloro i quali saranno identificati come responsabili degli stessi anche a titolo di concorso, sporgendo sin d’ora contro gli stessi formale denuncia-querela con espressa istanza di punizione nei termini di legge. Si chiede espressamente di essere avvisati in ipotesi di richiesta di proroga delle indagini preliminari e di richiesta di archiviazione ex art. 408, comma 2, c.p.p. Ci si riserva la costituzione parte civile nell’instaurando procedimento penale. In relazione al presente atto di querela e nell’ambito del conseguente procedimento penale”.