Gennaio 1799, sull’ondata dei successi delle armate francesi nel Nord d’Italia, anche a Roma e, successivamente a Napoli, che capitola sotto il peso delle armate del generale Championnet, si instaurano delle Repubbliche Giacobine. Nella capitale partenopea scoppia la cosiddetta Rivolta dei Lazzari, una sommossa del popolo contrario all’avanzata francese e favorevole all’immediato ritorno sul trono del legittimo re, Ferdinando IV di Borbone, nel frattempo fuggito in Sicilia. In Calabria intanto il Cardinale Ruffo organizza un’armata legittimista, detta Sanfedista, col compito di riconquistare palmo a palmo il Regno di Napoli.
Frattanto anche in altre città del regno vengono piantati i rivoluzionari alberi della libertà e, fra queste, anche la pugliese Altamura. Nel febbraio dello stesso anno, arringati dal medico Giuseppe Giannuzzi e organizzatisi segretamente, alcuni abitanti di Altamura provvidero a cancellare tutte le insegne regie ed a piantare l’albero della libertà in Piazza Duomo. Successivamente si formò un governo cittadino sotto la guida di Don Pasquale Viti ed una Guardia Civica, composta essenzialmente da gente del popolo, con compiti di difesa. Inoltre, in previsione di uno scontro con le armate legittimiste Sanfediste del Cardinale Ruffo, vengono fuse le campane delle chiese cittadine per costruire cannoni e viene istituito un presidio militare sul Monte Calvario, il punto più alto della città.
Nel frattempo, risalendo dalla Calabria, le armate Sanfediste giungono in Puglia e conquistano Andria e Trani, quindi si dirigono su Altamura, le cui forze ammontano a circa 150 fucilieri, la Guardia a Cavallo ed un numero imprecisato di contadini armati con semplici attrezzi agricoli. Durante i primi giorni di maggio il Cardinale Ruffo cinge d’assedio la città, nonostante la strenua resistenza degli abitanti che decidono di festeggiare comunque la loro protettrice Sant’Irene. Il 6 dello stesso mese, il Ruffo giunge a Matera da dove propone la resa di Altamura ma la cittadinanza la respinge. Tuttavia alcuni dei capi della rivolta abbandonano la città. La parola passa alle armi. Una pioggia di fuoco si abbatte su Altamura tempestandola per 13 ore senza tuttavia frenare l’indomita resistenza degli assediati che, finite le munizioni, caricano i cannoni con monete. Alla fine però i Sanfedisti entrano in città e comincia la spietata ricerca dei rivoltosi.
Nonostante la capitolazione, per la temerarietà ed il valore dei suoi cittadini, Altamura ebbe dalla storia il titolo di Leonessa di Puglia.
Cosimo Enrico Marseglia